Una motovedetta libica ha sparato in acqua durante un soccorso della Mare Jonio, denuncia Mediterranea
La Mare Jonio è partita ieri sera verso il Mediterraneo centrale, per una missione di monitoraggio e soccorso. E proprio mentre stava effettuando un'operazione, dopo aver avvistato un barchino in difficoltà in acque internazionali, è stata avvicinata da una motovedetta della cosiddetta guardia costiera libica, che è intervenuta violentemente e ha creato il panico: i militari libici hanno iniziato a sparare per aria e in acqua, facendo cadere in mare diverse persone. Lo denuncia la Ong Mediterranea Saving Humans sui suoi canali social, facendo sapere che l'equipaggio sta recuperando e fornendo protezione ai naufraghi e chiedendo al governo italiano di intervenire immediatamente.
"Una motovedetta della cosiddetta guardia costiera libica è intervenuta violentemente pochi minuti fa proprio mentre la Mare Jonio stava soccorrendo un'imbarcazione in pericolo in acque internazionali. I miliziani libici hanno sparato colpi d'arma da fuoco in acqua e in aria, creando il panico e provocando la caduta in acqua di diverse persone. Il team della Mare Jonio sta recuperando e proteggendo i naufraghi", ha scritto la Ong su X.
In una nota ha poi precisato: "Hanno sparato attorno ai nostri rhib, provocando il panico tra le persone che stavano per essere soccorse e che hanno cominciato a buttarsi in acqua. Diversi sono stati soccorsi dal nostro equipaggio e purtroppo altri sono stati catturati dai libici. Adesso sia l'equipaggio che le oltre 50 persone soccorse sono a bordo della Mare Jonio e al sicuro. Stiamo cercando di capire con loro se ci sono dispersi".
Per poi lanciare un appello al governo italiano, perché intervenga per fermare i militari libici: "Chiediamo che il governo italiano intervenga subito per fermare i comportamenti violenti, pericolosi e criminali della cosiddetta guardia costiera libica".
Anche il deputato dell'Alleanza Verdi e Sinistra Nicola Fratoianni ha commentato l'accaduto: "È un comportamento criminale sparare nel Mediterraneo centrale contro navi Ong che salvano vite, creando panico mentre è in corso un’operazione di salvataggio, mettendo a rischio l’esistenza di esseri umani.È quello che è accaduto poco fa nei confronti di una nave battente bandiera italiana, la Mare Jonio di Mediterranea, per responsabilità di un equipaggio della cosiddetta Guardia Costiera libica, sostenuta, armata e finanziata dal governo italiano. Un fatto di una gravità inaudita".
Per poi aggiungere: "I ministri Piantedosi, Tajani e Crosetto li fermino. Ora. E poi vengano in Parlamento a spiegare quanto accaduto, si inpegnino affinché questo comportamenti da pirati non si ripetano, e decidano una buona volta di non finanziare più queste milizie pericolose, e la smettano di regalargli motovedette con cui sparano addosso alle persone".
Si tratta della sedicesima missione per la Mare Jonio. Pochi giorni fa ne aveva conclusa un'altra, facendo sbarcare a Pozzallo 113 naufraghi. Alla partenza il capomissione a bordo Denny Castiglione ha sottolineato che "la cosiddetta ‘zona Sar libica', dove ci stiamo dirigendo, è la zona di mare dove avvengono, per decisione politica dei governi italiani ed europei, le violazioni sistematiche dei diritti umani che da inizio anno hanno causato numerosi naufragi e quasi 400 vittime accertate, senza contare le persone disperse e i ‘naufragi-fantasma' di cui non sappiamo nulla".
Castiglione aveva anche sottolineato come le milizie libiche pattugliassero queste zone proprio con il compito di "catturare e deportare chi tenta di fuggire dai lager".