“Una minaccia esistenziale per l’essere umano”: il Trattato per il disarmo nucleare arriva a New York
Le armi nucleari vanno proibite. È questo l'obiettivo della seconda conferenza del Trattato di proibizione delle armi nucleari (Tpnw) che si apre il 27 novembre a New York. Oltre agli Stati parte, ci sarà anche la società civile. Senzatomica, la campagna che da anni si batte per il disarmo nucleare, non mancherà: "Già dalla prima conferenza, che si era tenuta a Vienna, eravamo usciti con un piano in 50 azioni. Questo Trattato non è pura teoria e sta assumendo sempre maggiore rilevanza. Con l'ultima ratifica, che è quella dell'Indonesia, la popolazione degli Stati che fanno parte del Tpnw è superiore a qualsiasi altro trattato della storia. Chiaramente finché le potenze nucleari non lo ratificheranno, la missione non potrà considerarsi completa, ma sta facendo molto: il Tpnw non è solo una speranza, ma offre una realistica alternativa che sempre più Stati stanno abbracciando", ha sottolineato Daniele Santi, presidente di Senzatomica, in un'intervista con Fanpage.it mentre si prepara a partire per New York.
L'Italia non è parte del Trattato. La speranza di chi lavora al disarmo nucleare è ovviamente che prima o poi anche Roma lo ratifichi, ma ne frattempo c'è comunque molto che il nostro Paese può fare: "In Italia stiamo cercando di puntare sull'assistenza alle vittime e sul contrasto dell'impatto ambientale che hanno le politiche nucleari, su questi due temi il governo si è mostrato disponibile. Questo piano di 50 azioni ha dei punti che il governo italiano potrebbe ratificare. Noi, come rappresentanti della società civile, stiamo cercando di fare un passo alla volta", sottolinea Santi.
Come avvenuto l'anno scorso, alla prima conferenza del trattato, l'Italia non parteciperà nemmeno come Stato osservatore ai lavori. "A Vienna l'Italia aveva fatto un po' una figuraccia perché tutti gli Stati che ospitano armi nucleari statunitensi oltre a noi – Germania, Belgio, Olanda e Turchia – hanno partecipato come Stato osservatore", ribadisce Santi.
Per poi aggiungere: "Noi comunque chiederemo di essere ricevuti dalla rappresentanza permanente dell'Italia alle Nazioni Unite a New York, per presentare il lavoro che svolgiamo. Noi cerchiamo sempre il dialogo e il nostro approccio è quello di creare un terreno comune, per ragionare da esseri umani a esseri umani e capire quali siano le strade percorribili per avvicinarci anche solo di un millimetro in più al disarmo nucleare, che sappiamo comunque essere obiettivo dell'Italia".
Da alcuni giorni Senzatomica ha anche inaugurato una mostra a Brescia sul disarmo contro la minaccia delle armi nucleari. Una parte dell'esposizione sarà ospitata anche proprio nella sede delle Nazioni Unite, a New York: "Per presentare una mostra in sede Onu c'è bisogno di una serie di passaggi burocratici e deve essere uno Stato membro del Tpnw a farli, non potevamo farlo noi. Ma abbiamo trovato la disponibilità di Malta, che come Paese membro del trattato, ha deciso di sponsorizzarci presentando la mostra alle Nazioni Unite", spiega il presidente di Senzatomica.
Alla conferenza, insieme ai diversi esponenti della società civile come Senzatomica, ci sarà anche la deputata del Partito democratico, Laura Boldrini, che a Vienna aveva presentato una risoluzione per chiedere la partecipazione dell'Italia come Stato osservatore. Una risoluzione rimasta però senza risposta.
"La firma del Trattato, se avverrà, dovrà avvenire per mano del governo e passare poi per la ratifica del Parlamento – prosegue Santi – Noi ci impegniamo perché questo accada, ma la nostra opera principale rimane quella di informare l'opinione pubblica affinché prende consapevolezza. Speriamo di farlo anche con la mostra. A Brescia c'è anche una esperienza immersiva: noi con una delegazione siamo stati a Hiroshima e Nagasaki per girare delle immagini che abbiamo poi inserito in un video, nella mostra il visitatore sarà accompagnato a ripercorrere quello che è successo con un salto costante tra presente e passato. In tutto questo si ascoltano anche le testimonianze di alcuni sopravvissuti, in particolare bambini".
Il presidente di Senzatomica racconta che tantissime scuole hanno prenotato una visita alla mostra. E questo, ai suoi occhi, è importantissimo per aiutare le giovani generazioni a guardare alla storia con spirito critico: "La mostra cerca di aiutare, soprattutto le generazioni più giovani, ad avere una visione più obiettiva di quello che le armi nucleari realmente sono. Sui libri di storia si continua a parlare delle bombe atomiche come un male necessario, qualcosa di necessario per finire la guerra. Ma non è vero, c'erano già moltissime prove sul fatto che il governo giapponese fosse pronto alla resa e mancassero solo delle formalizzazioni e pratiche burocratiche. La realtà che non si vuole dire è che le bombe nucleari erano un investimento importante e che alla fine venne presa la decisione militare di mostrare alla Russia quello di cui gli USA fossero capaci, usando proprio come cavie Hiroshima e Nagasaki. Dopo l'investimento immane volevano vedere come funzionasse, e questa è una cosa che non ci siamo ancora levati di dosso. Lo stesso Robert Oppenheimer diceva che una volta testata la bomba nel deserto statunitense Washington avesse già le prove con cui avvertire il resto del mondo sulla sua superiorità militare, senza utilizzarla sui civili".
Santi, infine, conclude: "Le armi nucleari non ci proteggono, sono la più grande minaccia esistenziale che abbiamo".