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Una deputata del Movimento 5 Stelle cita Auschwitz per attaccare il decreto Lavoro, poi le scuse

La deputata Susanna Cherchi, del Movimento 5 Stelle, ha parlato di crudeltà mentale in relazione al decreto Lavoro del governo Meloni, citando i cancelli di Auschwitz. Immediato l’intervento della presidenza in Aula, tra le urla della maggioranza. Poi le scuse.
A cura di Tommaso Coluzzi
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"Su questo decreto sembra che si mettano d'accordo per cercare qualcosa di legato alla crudeltà mentale". Durante la discussione sul decreto Lavoro, da ieri all'esame della Camera dei deputati dopo l'approvazione del Senato, la parlamentare del Movimento 5 Stelle Susanna Cherchi ha attaccato il governo con queste parole. Poi l'affondo: "Quando io leggo decreto Lavoro, ribattezzato decreto precariato, mi viene da pensare alla frase scritta sul portone di Auschwitz, ‘Il lavoro rende liberi' – ha detto la deputata mentre l'Aula cominciava a rumoreggiare – Questa di Auschwitz è una crudeltà mentale".

"Chiedo scusa onorevole – l'ha interrotta subito il vicepresidente della Camera, Sergio Costa, che tra l'altro fa parte dello stesso partito di Cherchi – non nominiamo Auschwitz così, la prego. Sennò urtiamo suscettibilità che non è il caso di toccare assolutamente". Ma nonostante le parole del presidente di turno, la maggioranza ha alzato i toni e continuato a protestare: "È intervenuta la presidenza", ha ribadito più volte Costa per riportare la calma. Poi la parola è tornata a Cherchi che ha cominciato a scusarsi, senza che però la polemica si placasse. Allora la deputata ha alzato ancora i toni: "Abbiamo detto che mi scuso, ho detto che mi scuso non basta? Non basta? Eh?", ha gridato verso i banchi di maggioranza.

"Quanto accaduto è gravissimo e necessita di una sua informativa al presidente della Camera, che mi auguro e spero vada a sanzionare quanto detto in quest'Aula, anche considerato il fatto che la collega che ha appena detto queste frasi fa l'insegnante", ha attaccato poco dopo il deputato di Fratelli d'Italia Walter Rizzetto. "È la cosa più grave che che ho ascoltato in 11 anni di carriera parlamentare".

La deputata, nel tardo pomeriggio, ha spiegato nuovamente la sua posizione in una nota: "Ribadisco le mie scuse, già formalizzate nell’Aula della Camera, per il paragone improprio fatto durante il mio intervento in discussione generale del decreto Lavoro. Scuse che intendo rivolgere anche ai colleghi del mio gruppo parlamentare – ha detto Cherchi – Chi conosce me e la mia storia sa che non era mia intenzione offendere la sensibilità di alcuno".

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