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Manovra economica 2023

Una cabina di regia per sbloccare la manovra e sciogliere i nodi: potrebbe guidarla Lollobrigida

La presidente del Consiglio Meloni ha deciso di creare una cabina di regia per affrontare i nodi della manovra e superare così un eventuale stallo. A guidarla, secondo quanto si apprende, potrebbe essere il ministro Lollobrigida.
A cura di Annalisa Cangemi
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Una delle novità emersa nel vertice di maggioranza di oggi a Palazzo Chigi, voluto dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, è la possibile creazione di una cabina di regia, con l'obiettivo di rendere più fluido il lavoro, concordare le eventuali modifiche e rispettare i tempi della legge di bilancio in Parlamento.

Stando a quanto apprende l'Adnkronos la cabina di regia che verrà presso costituita, come richiesto dalle forze politiche di maggioranza, dovrebbe essere guidata dal ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, fedelissimo della premier.

Anche se i partiti della coalizione hanno deciso di autolimitare il numero di emendamenti, circa 600 in totale, e lunedì ci sarà poi un'ulteriore scrematura con l'indicazione dei cosiddetti segnalati, ovvero quelli considerati prioritari, i nodi da sciogliere sono ancora tanti, a partire da una revisione di Opzione Donna e da un innalzamento delle pensioni minime, come ha chiesto esplicitamente Forza Italia. In questo caso si parla dell'ipotesi di portare gli assegni a 600 euro, ma solo per gli over 75.

Ma c'è anche il tema del congedo parentale e della decontribuzione per chi assume giovani (anche questo un punto che sta molto caro agli azzurri).

Su questi temi la discussione nella maggioranza è ancora aperta e l'incontro di stamattina a palazzo Chigi dei capigruppo con la presidente del Consiglio non ha sbloccato la situazione. Da qui la necessità di creare un'apposita cabina di regia, sul modello di quanto viene fatto per il Pnrr. La prossima cabina di regia sul Piano dovrebbe tenersi venerdì 16 dicembre a Palazzo Chigi, proprio per fare il punto sul raggiungimento degli obiettivi del Piano in scadenza a fine anno.

Su alcune questioni però Meloni sembra irremovibile, e cioè sul tetto al contante portato a 5mila euro e la soglia di 60 euro per i pagamenti per il Pos: al di sotto di questa cifra non ci sarà nessun obbligo per i commercianti di accettare pagamenti elettronici. Su quest'ultima questione Meloni ha detto che bisognerà "tenere conto dell'interlocuzione con l'Europa" ma l'intenzione del governo è di non "snaturare la norma" perché va difesa "la libertà di scelta dell'esercente". Al massimo ci potrà essere qualche piccola modifica per abbassarla leggermente.

Per la soglia del contante ha fatto l'esempio del 2010, anno in cui la soglia era proprio a 5mila: Meloni ha ricordato che è stato quello con l'evasione più bassa. Ragionamenti che Meloni ha ripetuto anche nell'incontro con i sindacati: "Non è vero che la manovra dà un segnale di lassismo sull'evasione fiscale", ha detto, dicendosi anche sorpresa di trovare sulla questione del Pos i rappresentanti dei lavoratori sulla stessa linea di Bankitalia "e delle banche che ci guadagnano".

La cabina di regia sulla manovra è però, secondo le opposizioni, un segnale di difficoltà per la maggioranza, perché sarebbero emerse divisioni e distanze. La pensa così Mariastella Gelmini, vicesegretario nazionale e portavoce di Azione: "Sulla legge di bilancio, per la quale oggi scade il termine per la presentazione degli emendamenti, la maggioranza ha necessità di riunire una cabina di regia per fare il punto sulle modifiche. Dopo il balletto su Opzione Donna, sul Pos, le pressioni su Superbonus e pensioni minime, come sullo stralcio delle cartelle, si scrive cabina di regia ma si legge divisioni nella maggioranza. Adesso vediamo quanti emendamenti di maggioranza saranno presentati, visto che sono compatti e coesi", ha scritto in una nota.

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