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Un pensionato su tre prende meno di mille euro al mese in Italia: il rapporto dell’Inps

Il 31,9% dei pensionati italiani hanno un reddito al di sotto dei mille euro lordi al mese. Sono 5,15 milioni di persone, su un totale di circa 16 milioni di persone che ricevono la pensione. La percentuale di redditi bassi è più alta al Sud e tra le donne.
A cura di Luca Pons
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Quasi cinque milioni di assegni pensionistici valgono meno di 500 euro al mese, in Italia. Considerando anche gli 8,4 milioni di pensioni tra 500 e mille euro, il dato è che più della metà degli assegni (il 58% circa) è al di sotto dei mille euro. Lo ha constatato l'Inps nel suo ultimo casellario sulle pensioni, relativo al 2022. Il dato quindi non tiene conto delle riforme dello scorso anno, che hanno portato un aumento degli assegni minimi legato anche alla rivalutazione per l'inflazione.

Bisogna distinguere tra pensioni e pensionati. In Italia ogni mese vengono erogati circa 22 milioni di assegni pensionistici, che vanno a circa 16 milioni di cittadini. Infatti la legge prevede la possibilità di cumulare pagamenti diversi, così poco meno di una persona su tre riceve tipi diversi di pensioni, anche assistenziali. Nel 2022, la spesa complessiva per le pensioni è stata di 322,2 miliardi di euro.

Come si diceva, il 58% delle pensioni ha un importo inferiore ai mille euro. Quelle al di sopra dei 1.500 euro al mese – si parla sempre di lordo – sono il 27,7% del totale, circa 6,3 milioni. Dato che gli assegni si possono accumulare, però, ‘solo' il 31,9% dei pensionati ha un reddito al di sotto dei mille euro (più le donne, al 39,4%, che gli uomini, al 23,9%).

Si parla comunque di quasi un terzo del totale, circa 5,15 milioni di persone, che ricevono il 25,6% della spesa totale dello Stato. Al contrario, chi prende più di 5mila euro lordi al mese è il 2,3% dei pensionati, che ricevono il 9,4% della spesa pensionistica pubblica.

Ci sono forti differenze territoriali, come era prevedibile. Il 47,4% dei pensionati e il 47,8% delle pensioni è al Nord Italia, dove si concentra il 50,9% della spesa. Qui l'importo medio degli assegni è più alto (il 7,4% in più della media nazionale). Anche il reddito pensionistico, cioè quanto prende ciascun pensionato considerando tutti gli eventuali assegni, è maggiore nel Settentrione: 21.628 euro all'anno, contro i 21.420 euro al Centro e i 17.672 euro al Sud. Questo avviene sia perché il reddito pro capite è più alto al Nord, sia perché nel Mezzogiorno c'è un maggior numero di assegni assistenziali, che sono più bassi.

La differenza si traduce in una percentuale più alta di redditi bassi. Al Sud, i pensionati che prendono meno di 500 euro al mese (tenendo conto di tutti gli assegni, non solo con la pensione da lavoro) sono il 13,1% del totale. Più di uno su dieci. Nel Centro il dato è al 9%, al Nord al 6,8%, praticamente la metà. E chi ha un reddito tra i 500 e mille euro lordi mensili è il 27,1% al Sud, il 20,3% al Centro e il 17,9% al Nord.

C'è poi un divario di genere. Le donne sono la maggior parte dei pensionati: il 52% del totale. Tuttavia, gli uomini ricevono il 56% della spesa pensionistica. Infatti l'importo medio dei redditi è molto più basso per le donne: 16.991 euro all'anno, contro il 23.167 euro degli uomini.

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