“Credo che non si possa parlare solo di una sconfitta dei principi cristiani ma di una sconfitta dell'umanità”. Con queste parole il cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano, ha commentato il risultato del referendum in Irlanda sui matrimoni fra persone dello stesso sesso. L’umanità, insomma, uscirebbe sconfitta, abbattuta, mortificata dalla libera decisione della maggioranza dei cittadini di uno Stato di “condividere” un diritto, di eliminare una barriera figlia di pregiudizi e di concezioni antistoriche dei rapporti individuali. E per evitare altre sconfitte, c’è un solo modo: una battaglia culturale che riporti al centro la famiglia. Famiglia, famiglia, famiglia, insomma.
La famiglia tradizionale, ovviamente. Che non esiste più nella sua visione stereotipata e "romantica" e che non è mai esistita nella sua versione "naturale". Esistono invece persone che decidono di vivere assieme, di condividere un percorso, delle responsabilità, ma soprattutto diritti e doveri. Senza togliere nulla a nessuno.
E in gran parte del pianeta l'orientamento sessuale ha cessato da tempo di essere una "barriera", un fattore di discriminazione "reale e concreta", al netto ovviamente delle residue resistenze e della necessità (appunto) di completare la demolizione del muro del pregiudizio e dell'ignoranza.
Intendiamoci, Parolin fa il suo lavoro, ci mancherebbe. E ci rendiamo conto che liquidare una questione comunque complesse in poche battute è davvero arduo e approssimativo. Ma ogni "lavoro" ha bisogno, per così dire, di un aggiornamento professionale. E anche di competenza. E il segretario di Stato mostra di non conoscere (o finge di) che il mondo è da tempo andato oltre e che la realtà quotidiana ha già messo l’ipocrisia nel cassetto.
Scriveva Don Gallo qualche tempo fa: "La fede non fornisce alcuna certezza politica, anzi obbliga il cristiano a rivedere criticamente ogni sua scelta e lo spinge a ricercare insieme a tutti gli uomini la risposta più adeguata all’incessante domanda di costruzione di un mondo più giusto, più umano. Senza steccati". Ecco, un mondo più giusto e più umano è un mondo senza steccati.
I giapponesi hanno perso la guerra, insomma. E che il Vaticano resti o meno nella giungla con un fucile in mano, francamente, importa poco.