“Un minorenne che uccide o rapina pagherà come un 50enne”: Salvini annuncia il decreto baby gang
Maggiorenne, minorenne. Davanti alla legge, con il nuovo decreto del governo Meloni, ci saranno molte meno differenze. O almeno questa è l'intenzione annunciata dal vicepresidente Salvini, dopo che questa mattina il titolare del Viminale, Matteo Piantedosi, ha parlato di un provvedimento pronto per il Consiglio dei ministri di domani. Il testo, che riguarderà in generale il tema sicurezza, intervenendo principalmente sulla questione della violenza giovanile, non è un'improvvisata dovuta ai tanti casi di cronaca di risonanza nazionale avvenuti nelle ultime settimane – su tutti gli stupri di Palermo e Caivano e l'omicidio di Napoli – ma una misura su cui il ministero dell'Interno lavorava da tempo. Certo, l'accelerazione non è casuale. Così come non lo è stata in passato su altre misure.
"Conto che in Consiglio dei ministri domani ci sia un un provvedimento a proposito di baby gang e delinquenza minorile, che aumenta i controlli e le sanzioni – ha detto il ministro Salvini a Rtl 102.5 – Abbassare l'età per essere imputabili è utile perché il 14enne che gira con un coltello o con una pistola, è capace di intendere e volere e se sbaglia, se uccide, se rapina, se spaccia deve pagare come paga un 50enne". Il leader della Lega, perciò, propone di equiparare a tutti gli effetti un minorenne a un maggiorenne davanti al codice penale. Al momento la legge dice che sotto ai 14 anni non si è imputabili, mentre tra i 14 e i 18 bisogna valutare caso per caso. E anche se ritenuti imputabili di un reato, la pena è generalmente più breve (non esiste ergastolo).
Il provvedimento "era già pronto da tempo perché i decreti non si fanno in un quarto d'ora", ha garantito ancora Salvini, che della battaglia contro le baby gang – motivo per cui lui stesso le nomina durante il suo intervento, anche se non c'entrano molto con i casi di cronaca dell'ultimo periodo – ha fatto in passato una bandiera. Quanto all'operazione di ieri a Caivano, invece, il vicepresidente del Consiglio ha garantito: "Non è stato uno show". Starà al governo dimostrarlo.