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Manovra economica 2023

Un mese in più di congedo parentale nel 2023, cosa cambia con la manovra e chi può averlo

La manovra prevede di allungare di un mese il periodo di congedo parentale: nei primi 6 anni di vita del figlio, oltre ai soliti 10 o 11 mesi di congedo utilizzabili dai genitori, ci sarà un mese in più in cui l’indennità sarà aumentata all’80% dello stipendio.
A cura di Luca Pons
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La manovra del governo Meloni prevede di aggiungere un mese in più al periodo di congedo parentale per i nuovi genitori. In questo tempo, non si dovrà andare al lavoro e si riceverà l'80% dello stipendio. Ecco come funziona la nuova norma e chi può richiedere il congedo parentale aggiuntivo.

Nei primi 6 anni di vita del figlio o della figlia, uno dei genitori potrà richiedere un mese in più di congedo dal lavoro. La norma vale sia per i padri che per le madri. In questo periodo, l'indennità ricevuta sarà pari all'80% dello stipendio avuto fino a quel momento. Un aumento importante, rispetto al 30% dello stipendio che attualmente si riceve durante il congedo parentale.

A chi spetta il mese di congedo parentale pagato con l'80% dello stipendio

La nuova norma inserita in manovra è stata discussa a lungo nelle scorse settimane. Appena è stata annunciata, non era chiaro se si rivolgesse solo alle madri o a entrambi i genitori. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni, infatti, aveva parlato solo di "madre" nella sua presentazione della legge di bilancio, e la normativa non era stata inserita subito nelle bozze che circolavano.

Dopo aver annunciato che il mese in più sarebbe stato disponibile solo per le lavoratrici, il governo ha fatto retrofront. Ora non ci dovrebbero essere altre modifiche: entrambi i genitori potranno usare il mese aggiuntivo di congedo parentale, retribuito con l'80% dello stipendio, nei primi 6 anni di vita del figlio o della figlia. Il periodo sarà comunque complessivamente di un solo mese, da dividere, ma tutti e due i genitori avranno la possibilità di usarlo.

Come funziona oggi il congedo parentale

Per come funzionano le cose adesso, il periodo di astensione facoltativa dal lavoro spetta ai due genitori per un periodo complessivo di 10 mesi nei primi 12 anni di vita del figlio o della figlia. Questi 10 mesi vanno divisi tra i genitori, che possono anche andare in congedo contemporaneamente.

Se ne possono usare al massimo 6 a testa, quindi uno dei due non può andare in congedo per 10 mesi mentre l'altro non lo usa affatto. Se il padre lavoratore resta a casa per almeno tre mesi, il periodo complessivo di congedo a cui si ha diritto sale da 10 a 11 mesi, e proprio il padre passa a poterne utilizzare al massimo 7 (invece di 6). L'idea è di incentivare gli uomini a sospendere il lavoro, in modo che la cura dei figli non pesi principalmente o esclusivamente sulle donne lavoratrici.

In questi mesi, come detto, si riceve il 30% dello stipendio avuto il mese prima dell'inizio del congedo. Ciascuno dei genitori riceve questa cifra per i primi tre mesi. Dopodiché, ci sono altri tre mesi ‘pagati' che si dividono tra i due genitori (li può fare tutti e tre uno dei genitori, oppure si possono dividere). Dopo questo periodo, l'indennità del 30% spetta solo a chi ha un reddito inferiore a 2,5 volte la pensione minima, quindi circa 18mila euro all'anno. Altrimenti, il congedo diventa non pagato.

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