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Un italiano su dieci vive in povertà assoluta, e la situazione peggiora anche per chi ha un lavoro

Il 9,7% della popolazione in Italia nel 2023 era in povertà assoluta, ha fatto sapere l’Istat nel suo rapporto annuale: sono quasi 5,7 milioni di persone, di cui quasi 1,3 milioni di minorenni. La povertà colpisce soprattutto il Sud, ma è in aumento anche al Nord. L’aumento dell’occupazione non ha aiutato, perché gli stipendi sono rimasti bassi.
A cura di Luca Pons
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L'anno scorso in Italia si sono registrate 2,2 milioni di famiglie che si trovavano in condizione di povertà assoluta, per un totale di 5,7 milioni di persone. Si parla dell'8,4% delle famiglie e del 9,7% delle persone, praticamente una su dieci. Un dato stabile nonostante l'aumento dell'occupazione. A riportarlo è l'Istat, nel suo rapporto annuale La povertà in Italia.

Vale la pena di ricordare che l'Istat considera in "povertà assoluta" quelle famiglie che non possono permettersi la "spesa minima necessaria" per acquistare quei beni e quei servizi che sono considerati essenziali per una vita accettabile. E sono elevati anche i dati sulla povertà relativa, cioè quelle con un reddito decisamente basso e che quindi sono a rischio di andare in povertà assoluta: ci rientra il 10,6% delle famiglie e il 14,5% delle persone che vivono in Italia. Sono 8,5 milioni di persone, un dato in crescita rispetto al 2022.

Perché lavorare non basta per non essere più poveri

L'Istat ha spiegato nel suo rapporto che "nonostante l’andamento positivo del mercato del lavoro nel 2023", con l'aumento dell'occupazione che il governo Meloni ha rivendicato più volte, l'inflazione è stata troppo forte. Il suo impatto ha evitato che la povertà diminuisse, perché i prezzi sono aumentati troppo velocemente e gli stipendi non hanno compensato questo aumento.

La crescita dei prezzi "è risultata, infatti, ancora elevata (+5,9%)", e peraltro ha pesato di più "proprio sulle famiglie meno abbienti". Per questo gruppo di famiglie le spese "non hanno tenuto il passo dell’inflazione". Di fatto, perciò, le spese "hanno subito un calo dell’1,5% in termini reali". Chi già aveva i redditi più bassi si è ritrovato a spendere di più per riuscire ad acquistare di meno.

Lo dimostra anche il fatto che nelle famiglie in cui la ‘persona di riferimento' (come dice l'Istat) fa l'operaio o un altro lavoro assimilato, la percentuale di povertà è cresciuta dal 14,7% nel 2022 al 16,5%. Il valore più alto degli ultimi dieci anni. Naturalmente comunque l'incidenza è rimasta più alta (20,7%) nelle famiglie in cui la persona di riferimento è disoccupata.

Le differenze tra Nord e Sud

La percentuale più alta di famiglie povere si trova nelle Regioni del Sud: il 10,2% del totale, pari a oltre 859mila famiglie. Nella ‘classifica' segue il Nord Ovest con l'8%, pari a 585mila famiglie, poi il Nord Est con il 7,9% (413mila famiglie). Infine il Centro, con il 6,7% e 360mila famiglie.

Se la percentuale di povertà, nel complesso, è pari al 2022, dei cambiamenti nei singoli territori ci sono. Infatti, la situazione è leggermente migliorata al Sud (dove per i residenti individuali era al 13,3% ed è scesa al 12%) mentre è peggiorata al Nord Ovest (era all'8,2% ed è salita al 9,1%).

Dal 2014 mai così tanti minorenni in povertà

I minorenni in povertà assoluta sono quasi 1,3 milioni, ovvero il 13,8% del totale. Questo è il dato più alto registrato dall'Istat dal 2014. La percentuale è la più alta mai registrata anche per la fascia di età 35-64 anni (il 9,4%), mentre per i 18-34enni e per gli over 65 le percentuali sono rimaste uguali al 2022, ma sono molto diverse: tra i più giovani la povertà assoluta riguarda l'11,8% del totale, tra i più anziani ‘solo' il 6,2%.

L'Istat sottolinea anche che sono più in difficoltà le famiglie numerose. L'incidenza della povertà assoluta aumenta con il crescere del numero di figli, ed è più forte tra quelle con almeno tre figli minorenni: qui è pari al 21,6%, più di una su cinque. È al 18% per le coppie con tre o più figli, a prescindere dall'età.

Anche la cittadinanza influisce molto. Per le famiglie con figli minorenni che sono composte solamente da italiani, la percentuale è all'8,2%. Per quelle composte solamente da persone straniere, è più di cinque volte tanto: il 41,4%. In generale, tra le famiglie con minori in cui c'è almeno una persona straniera, una su tre è in povertà assoluta: il 34,1%. Il dato è negativo per tutte le famiglie con almeno una persona straniera, a prescindere dalla presenza di figli: la povertà assoluta è al 30,4%, mentre per le famiglie di soli italiani è al 6,3%.

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