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Mario Monti, un europeista al Governo per convincere l’Europa

Mario Monti, nominato Senatore a vita il 9 novembre del 2011 avendo “illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo scientifico e sociale”: una carriera all’insegna della fede nell’Europa.
A cura di Nadia Vitali
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Mario Monti un europeista per convincere l'Europa

Voci, sospetti, indiscrezioni che prendono sempre più corpo, portando, ormai, piano piano, tutti i leader politici ad esprimersi in merito all'eventualità di un governo tecnico guidato da Mario Monti, il neo Senatore a Vita, nominato il 9 novembre del 2011 dal Capo dello Stato «per altissimi meriti nel campo scientifico e sociale». Una figura che potrebbe restituire a noi italiani un po' di lustro o, quanto meno, renderci credibili agli occhi dell'Unione Europea?

Senza dubbio il suo profilo di appassionato europeista potrebbe essere una garanzia al di là delle Alpi, assicurando anche un accordo tra maggioranza ed opposizione, nell'attesa di una legge elettorale che porti gli italiani alle urne dopo il governo di emergenza. In tanti sperano sulla sua fama di super-tecnico rigoroso per riuscire a traghettare il paese lontano dall'abisso del default verso il quale sta precipitando dopo mesi di incuria e di annunci rassicuranti.

Docente di economia dal 1969, inizia la propria carriera nell'insegnamento accademico a Trento per spostarsi poi a Torino e, infine, nel 1985 all'Università Bocconi di Milano, di cui diventa direttore dell'Istituto di Economia Politica. Dal 1989 è Rettore dell'Università milanese, mentre nel 1994 succede a Spadolini nella carica di Presidente del medesimo istituto. Nello stesso anno viene indicato dall'allora Governo Berlusconi per la nomina come Commissario europeo, carica conferitagli con delega a Mercato Interno, Servizi Finanziari e Integrazione Finanziaria.

Nel 1999 Monti viene confermato dal Governo D'Alema Commissario Europeo, questa volta con delega alla Concorrenza; durante questo incarico si colloca una delle imprese maggiormente ricordate dell'economista, ovvero la colossale multa di quasi 500 milioni di euro alla Microsoft di Bill Gates accusata di «abuso di posizione dominante» nel 2004, mentre nel 2001 Monti blocca la proposta di fusione tra General Eletric e Honeywell, per conflitto di questa con le norme antitrust.

Il ballottaggio con Emma Bonino come Commissario Europeo e la sua conseguente vittoria portarono Marco Pannella a definirlo un amico «dei poteri forti», certamente non con un'accezione positiva: la medesima a cui, in questi giorni, si sta riferendo la Lega che ha immediatamente mostrato la propria insoddisfazione per una scelta in questa direzione. Tuttavia, almeno in politica, Monti non è legato ad alcun partito o corrente: i suoi interessi sono rivolti al rigore e al rispetto delle norme nei conti pubblici, al mercato, alle liberalizzazioni.

Tuttora presidente della Bocconi, dal 2005 International Advisor per per Goldman Sachs, sarà lui l'uomo deputato a salvare la credibilità e le sorti dell'Italia? Certamente non si possono fare previsioni, neanche di qui a pochi giorni, in questi momenti a dir poco turbolenti che stiamo vivendo; del resto anche il mondo politico non è unito nel sostegno dell'ipotesi di un governo tecnico, per quanto le illustri tappe della sua carriera potrebbero essere una sorta di garanzia per noi e per gli europei. Certo con i suoi 68 anni è proprio difficile vedere in Mario Monti quell'homo novus che dovrebbe risollevare non solo l'economia ma anche il morale di questo paese stremato; tuttavia la sua indiscutibile vocazione alla tutela delle regole, illustrata in questo video che documenta un suo intervento alla LUISS , potrebbe costituire, forse, una nuova via per l'Italia abbandonata nella totale anomia.

Mario Monti e la Finanza, intervento alla LUISS

Nel suo intervento l'economista illustra i cambiamenti da apportare ai comportamenti, alle norme e alle istituzioni per non ricadere negli errori che hanno già portato alla crisi.

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