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Un emendamento Pd mira a concedere l’ennesima proroga delle concessioni balneari

La senatrice Stefania Pezzopane ha presentato un emendamento al decreto fiscale collegato alla manovra che mira ad autorizzare un’ulteriore proroga delle concessioni demaniali per gli stabilimenti balneari in spregio alla direttiva Bolkestein.
A cura di Charlotte Matteini
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Nonostante l'Italia abbia recepito nel lontano 2010 e in grande ritardo la direttiva europea Bolkestein – la quale sostanzialmente si prefigge l'obiettivo di liberalizzare il settore dei servizi e impone ai paesi membri dell'Unione europea di mettere a fara le concessioni demaniali, per esempio quelle per gli stabilimenti balneari – come riporta Huffington Post, in Parlamento è spuntato uno strano emendamento al decreto fiscale collegato alla legge di stabilità a firma di Stefania Pezzopane, senatrice del Partito Democratico. Che cosa propone questo emendamento? In poche parole mira a prorogare le concessioni balneari per un periodo transitorio che va dai 30 ai 50 anni, praticamente esattamente il contrario di quanto invece prescrive la direttiva europea in materia.

Nell'emendamento all'articolo 19 del decreto fiscale firmato Pezzopane si prevede la messa a gara delle concessioni così da assegnarle per minimo 30 anni e massimo 50. E per quelle in essere si legge:

Alle concessioni in essere al 31 dicembre 2009, al fine di permettere alle parti della concessione di sciogliere i rispettivi rapporti contrattuali a condizioni accettabili, è concesso un periodo transitorio da un minimo di trenta anni fino ad un massimo di cinquanta anni.

Con un serie di decreti emanati dal 2009 al 2012, lo Stato italiano aveva cercato di allontanare la messa a gara della concessioni prorogandone automaticamente la durata, in un primo momento fino al 31 dicembre 2012 e in seguito fino al 31 dicembre 2020. Queste proroghe, intervenute quando la direttiva era formalmente già stata recepita dall'Italia con un ritardo di circa 4 anni, hanno fatto scattare una condanna in sede europea: i giudici bocciarono i provvedimenti affermando che è vietato, per il diritto Ue, "prevedere la proroga automatica delle autorizzazioni demaniali marittime e lacuali in essere per attività turistico ricreative, in assenza di qualsiasi procedura di selezione fra potenziali candidati" e che il rilascio delle autorizzazioni per lo sfruttamento economico delle spiagge "deve essere oggetto a una procedura di selezione tra i potenziali candidati, che deve presentare tutte le garanzie di imparzialità e trasparenza, in particolare un'adeguata pubblicità".

A febbraio in Parlamento è stato presentato un disegno di legge che affidava al Governo il riordino delle norme relative alla materia. L'esecutivo in sostanza avrebbe dovuto normare con maggior chiarezza il settore, in ottemperanza alle disposizioni della direttiva, e bloccare le proroghe automatiche delle concessioni demaniali:

La legge è da pochi giorni stata approvata alla Camera e ora è approdata al Senato. Ma la legislatura è agli sgoccioli, e tra i tempi d'approvazione e l'esercizio della delega da parte del Governo è pressoché impensabile che si arrivi a una riforma del settore. E quindi, anche per dare maggiori rassicurazioni agli operatori balneari, è stata pensata una nuova proroga delle concessioni, denunciata dal presidente della Commissione Affari Costituzionali della Camera Andrea Mazziotti. "Una spiaggia non è per sempre, Pd fermi assurdità", ha dichiarato Mazziotti.

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