Umbria, bufera sull’assessore Coletto (Lega): condannato per razzismo per un volantino sui rom
Bufera sulla nuova giunta umbra guidata da Donatella Tesei: il nuovo assessore regionale alla Sanità Luca Coletto (Lega) era condannato per "propaganda di idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico", per fatti avvenuti nel 2001 in Veneto, quando era consigliere provinciale a Verona. Coletto aveva diffuso volantini, in cui si chiedeva di sgomberare un campo rom abusivo, che riportavano frasi come "Firma anche tu per cacciare i sinti".
"Avere in Giunta una persona che ha subito una condanna è grave, ma una condannata per razzismo è inaccettabile", ha attaccato il capogruppo del Pd in Assemblea legislativa dell'Umbria Tommaso Bori nella prima riunione d'Aula sulla questione. "L'Umbria – ha affermato Bori – respinge le idee portate avanti dal nuovo assessore. Chiediamo alla presidente se sapeva o era allo scuro. La delega alle discriminazioni data a Coletto è un cortocircuito".
"Mi stupisce il silenzio della presidente – ha detto ancora Bori – circa la condanna dell'assessore Coletto. Avete scelto una persona esterna, lontana dall'Umbria a livello geografico e di valori". "Sfido a trovare su internet una mia frase razzista" è stata la replica di Coletto a margine del Consiglio regionale, al quale non ha partecipato perché arrivato in ritardo a Perugia. Rispondendo ai giornalisti sulla condanna relativa al documento contro i rom, firmato insieme ad altri esponenti politici, Coletto ha spiegato che "è vero che c'è stata questa condanna, ma è anche vero che si trattava di un reato di opinione".
"Sono stato riabilitato – ha aggiunto – a esercitare le mie funzioni, tanto che da quell'episodio sono stato assessore regionale alla Sanità del Veneto e anche sottosegretario e nessuno ha mai avuto da ridire". Sulla richiesta di dimissioni avanzata dal consigliere Bori, l'assessore è stato netto: "può chiederle soltanto la presidente Tesei". Con la presidente Coletto ha spiegato di avere avuto una "interlocuzione" sulla vicenda. "Non c'è nulla di che preoccuparsi – ha concluso Coletto -, da quell'episodio sono passati tanti anni e non è mai successo nulla".