Ultimi sondaggi, Centrodestra vola al 46%, ma il 10% degli elettori non sa ancora per chi votare
Nell'ultimo giorno in cui è possibile pubblicare sondaggi prima del silenzio – è vietato pubblicare sondaggi elettorali nei quindici giorni precedenti la data del voto e fino alla chiusura dei seggi – i numeri confermano i trend delle ultime settimane. Il sondaggio di Ipsos, in particolare, mostra un'ulteriore crescita di Fratelli d'Italia, Movimento cinque stelle e Terzo polo, mentre continuano a scendere Pd e Lega.
Fratelli d'Italia si conferma il primo partito: la formazione di Giorgia Meloni cresce ancora e supera il 25% delle preferenze (25,1%), con un aumento dell'1,1% rispetto a fine agosto e del 5,1% rispetto a fine giugno. Al secondo posto c'è ancora il Partito democratico (20,5%), che però perde 2,5 punti rispetto ai dati del 30 agosto.
Segue il Movimento cinque stelle, che conferma la crescita avvenuta da luglio: oggi avrebbe il 14,5% delle preferenze, un aumento di 3,2 punti percentuali dal 28 luglio. Superata quindi definitivamente la Lega, che si attesta al 12,5% delle indicazioni di voto. Il partito di Matteo Salvini ha perso l'1,1% rispetto ad agosto, ma è anche quello che ha perso di più nell'ultimo anno: a settembre 2021, nei sondaggi di Ipsos, aveva il 20,5% delle preferenze ed era il primo partito in Italia.
Forza Italia rimane stabile all'8% da agosto, e il Terzo polo di Azione e Italia viva arriva al 6,7%, in crescita dal 5% dello scorso mese. Tra le altre forze politiche, quelle che supererebbero la soglia di sbarramento se si votasse oggi sono due: l'Alleanza Verdi-Sinistra-Reti civiche, con il 3,4% – in calo da 4,1% del dato di agosto – e Italexit, che resta esattamente sulla soglia del 3%.
Il vantaggio della coalizione di centrodestra aumenta, quindi, rispetto a quella del centrosinistra: 46,6% a 27,2%. I rapporti di forza sembrano definiti, anche se una parte di elettori e elettrici sceglie cosa votare solo a ridosso delle elezioni. In particolare, nel sondaggio Ipsos gli indecisi risultano essere il 10,1% dell'elettorato. Tra gli studenti, l'indecisione sale addirittura al 22,7%. L'astensione, invece, è stimata al 33,4%: esattamente un elettore su tre, oggi, non andrebbe ai seggi. Sarebbe il valore più alto della storia repubblicana in Italia per un'elezione nazionale.