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Ue, Tajani: “Impossibile un’alleanza con l’estrema destra di Marine Le Pen”

Antonio Tajani, chiude all’ipotesi di un’alleanza con l’estrema destra francese nei negoziati che porteranno alla formazione di una coalizione all’interno del Parlamento Ue. In vista del prossimo Consiglio europeo, il vicepremier lancia un monito al Ppe: “Allarghi maggioranza a Ecr non ai Verdi”.
A cura di Giulia Casula
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Rassemblement National, il partito di Marine Le Pen "non è nella famiglia dei conservatori ma nell'estrema destra, con posizioni che non sono vicine a quelle del Partito popolare europeo; è quasi impossibile avere una cooperazione a livello europeo con quella famiglia politica". Così il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha chiuso all'ipotesi di una convergenza con l'estrema destra francese nei negoziati che porteranno alla formazione di una coalizione all'interno del Parlamento europeo.

La forza politica guidata da Marine Le Pen è uscita rafforzata dalle elezioni europee, in cui è riuscita nell'impresa storica di doppiare Renaissance, il partito di Emmanuel Macron. Di fronte al deludente risultato, il presidente francese aveva sciolto l'Assemblea nazionale e annunciato nuove elezioni, per il 30 giugno. Secondo il vicepremier il voto anticipato in Francia "formalmente non cambierà le cose. Il presidente resterà Macron. Certo", ha aggiunto, "politicamente avranno un peso. Non faccio pronostici, ma auspico che prevalgano le forze europeiste".

In generale però, l'esito del voto europeo ha restituito un quadro non così distante dai precedenti equilibri politici, con i Popolari a far da guida all'Eurocamera, seguiti dalla famiglia dei Socialdemocratici e dai liberali di Renew. Dal canto suo la destra europea, a partire dai Conservatori (di cui fa parte anche Meloni), forte della crescita registrata dalla consultazione elettorale, chiede di avere voce in capitolo all'interno del rebus alleanze. "La relazione con Ecr è buona", era dichiarato Tajani in un'intervista rilasciata all'emittente francese Tf1. "A destra c'è Identità e democrazia di Le Pen, che per fortuna ha deciso di cancellare dalla lista l'AfD che come formazione politica è veramente pericolosa, ma la sostanza del programma di Le Pen è completamente diverso dal programma del Ppe", ha ribadito il vicepremier.

Da quando sono partite le trattative per individuare i nomi dei futuri vertici delle istituzioni Ue, il Ppe, che punta a un bis di Ursula von der Leyen, sembra guardare con crescente interesse all'appoggio dei Conservatori. I voti di Ecr infatti, potrebbero far comodo alla Commissaria uscente in vista della prima seduta plenaria che si terrà tra il 16 e il 19 luglio. Lo sa bene Tajani, che si è rivolto direttamente ai suoi: "Lo dico anche ai vertici del Ppe: se vogliamo avere una stabilità anche con i socialisti, bisogna aprire le porte ai conservatori. Capisco che non è facile, ma non si possono aprire le porte ai Verdi. Bisogna cercare di avere un buon dialogo con i conservatori", ha insistito.

"Le elezioni hanno parlato chiaro – ha spiegato il vicepremier – sull'ambiente serve una terza via, che non sia negazionista, ma nemmeno estremista come quella di Greta Thumberg e Franz Timmermans. E quindi non ci si può alleare con i verdi. Giovedì al summit del partito porterò questa posizione e spero che passi". Intanto, la prossima settimana si terrà il Consiglio europeo da cui è atteso un primo accordo sulle nomine dei futuri presidenti di Commissione e Consiglio e su gli altri vertici europei.

All'Italia, nella Commissione Europea, spetterà "un commissario di peso, che sia vicepresidente", ha ribadito il leader di Forza Italia. Una partita quella sulle nomine, a cui sta prendendo parte anche Giorgia Meloni, che in più di un'occasione ha fatto capire di aspettarsi, per la destra europea, un adeguato riconoscimento del successo ottenuto alle elezioni. "Lei guida un governo con tre forze che la pensano diversamente. Meloni conosce la nostra posizione, noi siamo per il secondo mandato di Ursula von der Leyen, poi sarà lei a trovare una sintesi che rappresenti anche le nostre idee", ha commentato Tajani. "Le trattative le sta facendo lei, com'è giusto che sia, ma è ovvio che le nostre posizioni la rafforzano nel negoziato".

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