Ue avvia la revisione dei finanziamenti all’Unrwa: quali Paesi non daranno più fondi all’agenzia
AGGIORNAMENTO: "L'Ue è uno dei maggiori donatori di aiuti umanitari e allo sviluppo ai palestinesi di Gaza. Gli aiuti umanitari ai palestinesi di Gaza e della Cisgiordania continueranno senza sosta attraverso le organizzazioni partner. Attualmente non sono previsti ulteriori finanziamenti all'Unrwa fino alla fine di febbraio. La Commissione determinerà le prossime decisioni sui finanziamenti alla luce delle gravissime accuse fatte in merito al coinvolgimento del personale dell'Unrwa negli efferati attacchi del 7 ottobre", ha annunciato la Commissione Ue spiegando che una "revisione" del dossier – dopo quella già avviata lo scorso ottobre all'indomani dell'attacco proprio per verificare che i fondi non finissero ad Hamas – sarà fatta "alla luce delle indagini Onu" e delle azioni che intraprenderà.
"La Commissione accoglie con favore le informazioni fornite dall'Unrwa e l'avvio dell'indagine", si legge nella comunicazione dell'esecutivo Ue, rilanciata su X dal commissario all'Allargamento, l'ungherese Olivier Varhelyi. Bruxelles "si aspetta che l'Unrwa accetti di effettuare un audit dell'Agenzia che sarà condotto da esperti esterni indipendenti nominati dall'Ue, riesaminando così la valutazione dei pilastri e concentrandosi specificamente sui sistemi di controllo necessari per prevenire il possibile coinvolgimento del suo personale in attività terroristiche. Si prevede inoltre un rafforzamento del Dipartimento per le indagini interne dell'Unrwa che è fondamentale a questo proposito", spiega ancora la Commissione.
La prima revisione della Commssione sull'assistenza finanziaria ai territori palestinesi, iniziata a ottobre, si era conclusa poi a novembre, e aveva stabilito che "non ci sono indicazioni che soldi Ue abbiano prodotto benefici, diretti o indiretti, per l'organizzazione terrorista Hamas. Il sistema di controllo ha funzionato", pertanto "l'assistenza ai beneficiari palestinesi e all'Unrwa continuerà, senza ritardi nei pagamenti", aveva confermato il collegio dei commissari europei.
Ora l'Italia ha già annunciato di aver sospeso i finanziamenti destinati all'Unrwa, l'agenzia Onu per i palestinesi finita al centro di polemiche dopo che Israele ha accusato 12 suoi dipendenti di aver partecipato all'attacco di Hamas del 7 ottobre. "Il Governo italiano ha sospeso finanziamenti Unrwa dopo l'atroce attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre. Paesi Alleati hanno recentemente preso stessa decisione. Siamo impegnati nell'assistenza umanitaria alla popolazione palestinese, tutelando la sicurezza di Israele", si legge in un messaggio di sabato su X del ministro degli Esteri Antonio Tajani.
Quali Paesi hanno interrotto i finanziamenti all'Unrwa
Ma il nostro Paese non è il solo ad aver annunciato lo stop agli aiuti: altri Paesi donatori hanno fatto sapere che non daranno più fondi all'agenzia. Dopo Germania, Stati Uniti, Canada, Australia, Italia, Regno Unito, Finlandia, Paesi Bassi, anche il ministero degli Esteri austriaco ha dichiarato questa mattina che "tutti gli ulteriori pagamenti all'Unrwa (l'agenzia Onu per i rifugiati palestinesi) saranno temporaneamente sospesi in coordinamento con i partner internazionali", in seguito alle accuse di un coinvolgimento di suoi impiegati nel massacro del 7 ottobre. "Le Nazioni Unite devono mantenersi al di sopra delle critiche nell'interesse della propria credibilità", ha sottolineato il Ministero in un comunicato. È necessaria è una "indagine ampia, rapida e completa. Le accuse sono scioccanti".
Anche il Giappone ha deciso di sospendere momentaneamente i finanziamenti verso l'agenzia. Il governo giapponese si è detto "estremamente preoccupato dal presunto coinvolgimento di membri del personale dell'Unrwa nell'attacco terroristico contro Israele del 7 ottobre dello scorso anno".
Decisione analoga è stata presa dalla Romania, che ha sospeso l'erogazione dei suoi fondi all'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi: "Esprimiamo la nostra piena fiducia che l'indagine delle Nazioni Unite chiarirà la situazione il prima possibile", ha affermato il ministero degli Esteri. "Fino alla conclusione dell'indagine, il ministero non effettuerà alcun nuovo versamento volontario all'Unrwa", ha aggiunto.
La Spagna invece proseguirà con i finanziamenti, così come la Norvegia. Madrid "non modificherà il proprio rapporto con l'Unrwa, ma seguirà da vicino l'indagine interna e i suoi possibili risultati rispetto ai comportamenti di circa dieci dei 30.000 lavoratori" dell'agenzia, ha detto in una commissione parlamentare il ministro degli Esteri iberico, José Manuel Albares.
La Svizzera, invece, ha reso noto di voler rimanere in attesa di maggiori informazioni prima di prendere una decisione, così come la Francia, che domenica ha annunciato di non prevedere alcun nuovo pagamento all'agenzia per il primo trimestre dell'anno.
Cosa dice il rapporto che accusa i dipendenti Unrwa
Il New York Times ha scritto che Israele ha trasmesso agli Stati Uniti il rapporto che accusa i 12 dipendenti Unrwa di essere coinvolti nell'attacco di Hamas. Secondo il rapporto, un consulente scolastico dell'agenzia Onu di Khan Younis, nel Sud di Gaza, è "accusato di aver collaborato con suo figlio per rapire una donna da Israele", "un assistente sociale di Nuseirat, nel centro di Gaza, avrebbe contribuito a portare a Gaza il corpo di un soldato israeliano morto, nonché avrebbe distribuito munizioni e coordinato i veicoli il giorno dell'attacco", si legge ancora, mentre un terzo dipendente avrebbe "partecipato al massacro in un kibbutz dove morirono 97 persone", il Kibbutz Be'eri. Mentre un altro dipendente è indicato come responsabile di un magazzino di armi e uno avrebbe distribuito munizioni.
Secondo quanto riferito dal New York Times, Israele ha identificato dieci dipendenti come membri di Hamas e uno della Jihad islamica. Tra questi, sette di loro sono stati identificati come insegnanti che lavorano nelle scuole dell'agenzia Onu per i palestinesi. Il rapporto afferma che sei dipendenti sono stati catturati in territorio israeliano il 7 ottobre, e altri hanno raccontato le loro azioni in conversazioni telefoniche intercettate da Israele; tre hanno ricevuto messaggi per presentarsi ai punti di incontro la mattina dell'attacco, e a uno è stato persino detto di portare con sé i razzi anticarro conservati a casa. Alla luce del dossier, l'Unrwa ha licenziato nove dipendenti, un altro è morto e di altri due sta verificando l'identità. Inoltre ha fatto sapere di voler condurre un'accurata indagine interna.
L'allarme di ActionAid
L'organizzazione benefica ActionAid ha descritto il ritiro dei finanziamenti all'Unrwa da parte di alcuni paesi donatori come una "condanna a morte" per la popolazione di Gaza. "ActionAid accoglie con favore l'indagine dell'Unrwa relativa alle accuse che hanno coinvolto un piccolo gruppo di membri del personale dell'Unrwa negli attacchi del 7 ottobre – scrive l'organizzazione – Tuttavia, denunciamo con veemenza la scelta insensibile di punire un'intera popolazione da parte di alcune delle stesse nazioni che in precedenza chiedevano maggiori aiuti umanitari e protezione a Gaza".
Unrwa: "Senza fondi possiamo assistere Gaza fino a febbraio"
L'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) ha dichiarato che non sarà in grado di continuare le operazioni a Gaza e in tutta la regione oltre la fine di febbraio se i finanziamenti non verranno ripresi. "Se i finanziamenti non verranno ripristinati, l'Unrwa non sarà in grado di continuare i suoi servizi e le sue operazioni in tutta la regione, inclusa Gaza, oltre la fine di febbraio", ha riferito un portavoce dell'agenzia, come scrive il Guardian. Si stima che circa due milioni di persone dipendano dai servizi dell'Unrwa.