Ucraina, Pd e Forza Italia si spaccano su uso di armi Ue in Russia: chi ha votato a favore e chi contro
Il voto del Parlamento europeo sul sostegno a Kiev non avrà un effetto immediato, sul piano pratico: quella approvata ieri era una risoluzione che in uno dei suoi punti invita "gli Stati dell'Ue a ritirare le restrizioni sull'uso delle armi occidentali consegnate all'Ucraina contro obiettivi militari legittimi sul territorio russo". Concretamente resterà solo questo, un invito. Sul piano politico, però, il voto aveva un peso importante. Per questo, è significativo che due partiti italiani – Forza Italia e Partito democratico – si siano divisi al loro interno, votando in parte a favore e in parte contro.
In generale, gli italiani si sono detti in gran parte contrari all'uso di armi sul territorio russo. D'altra parte, diversi partiti sia nella maggioranza che nell'opposizione hanno da tempo una linea scettica sull'invio di armi e l'escalation militare (Alleanza Verdi-Sinistra, Movimento 5 stelle, Lega), mentre Fratelli d'Italia, Partito democratico e Forza Italia hanno mantenuto una posizione favorevole al sostegno militare a Kiev, ma critica sull'uso degli armamenti in territorio russo. "Non siamo in guerra con la Russia", ha ribadito in più occasioni il ministro degli Esteri Antonio Tajani, leader di FI.
Tuttavia, mentre ieri Fratelli d'Italia ha votato in modo unitario contro questa parte della risoluzione del Parlamento europeo, negli altri due partiti ci sono state delle divisioni. Come è noto, all'interno del Pd ci sono correnti che considerano la linea del partito troppo tiepida, rappresentate ad esempio dall'ex ministro Lorenzo Guerini o, all'Europarlamento, dall'ex vicepresidente dell'assemblea Pina Picierno.
Non è una sorpresa, quindi, che ieri i dem si siano divisi in più di un'occasione. A partire dal voto su un passaggio specifico della risoluzione, quello che appunto riguardava l'uso delle armi occidentali in territorio russo. Su questo punto, la linea del Pd era di votare contro, e così hanno fatto in undici su 21. Ben otto persone non hanno votato, di cui sei erano presenti e hanno scelto di non partecipare (tra i due assenti c'era l'ex sindaco di Bergamo Giorgio Gori, che ha poi detto sui social che si sarebbe schierato a favore) e due hanno votati sì: Elisabetta Gualmini e Pina Picierno.
Una divisione, seppure molto più ridotta, c'è stata anche nel voto finale e complessivo sulla risoluzione, che non comprendeva solo il punto sull'uso delle armi in territorio russo, ma anche diversi altri impegni per il sostegno a Kiev. Qui, sui 21 eurodeputati del Pd hanno votato a favore in 17. Ci sono poi i due assenti, e due astenuti, anche in questo caso contrariamente alla linea del partito: Marco Tarquinio e Cecilia Strada.
Sul voto finale si è schierato in modo compatto anche Forza Italia, che invece per quanto riguarda le armi occidentali in territorio russo ha avuto qualche defezione. Anche in questo caso, la linea del partito era decisamente contraria. Eppure, risulta che Massimiliano Salini abbia votato a favore.
Riassumendo, quindi: tre partiti (Pd, Forza Italia, Fratelli d'Italia) si sono schierati contro l'uso di armi in Russia, ma a favore della risoluzione nel suo intero; solo che i dem, e in parte anche Forza Italia, si sono divisi soprattutto sulla prima votazione. Altri tre partiti (Movimento 5 stelle, Alleanza Verdi-Sinistra, Lega) sono stati contrari su tutta la linea. È chiaro, insomma, che il tema dell'Ucraina continua a dividere sia la maggioranza che l'opposizione.