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Ucraina nella Nato, obiettivi militari in Russia e condanna a Orban: la prima risoluzione del Parlamento Ue

Sostegno all’Ucraina e via libera alla sua adesione alla Nato, stop alle restrizioni sulla possibilità di colpire il territorio russo con le armi occidentali e condanna alla missione di Viktor Orban a Mosca. Ecco cosa contiene la prima risoluzione approvata dal Parlamento europeo e come hanno votato gli eurodeputati italiani.
A cura di Annalisa Girardi
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La prima risoluzione approvata dal nuovo Parlamento europeo ribadisce il sostegno all'Ucraina da un lato – sostenendo anche la necessità di togliere le restrizioni che impediscono a Kiev di colpire obiettivi militari in territorio russo con le armi fornite dagli alleati occidentali – e dall'altro condanna la recente visita di Viktor Orban a Mosca, bollandola come una violazione della politica estera comune. Il testo ha ricevuto 495 voti a favore, 137 contrari e 47 astensioni: è stato quindi approvato con larga maggioranza, ma non sono mancate le polemiche.

Non è un caso che la primissima risoluzione approvata in questa nuova legislatura riguarda il sostegno all'Ucraina. In questo modo Bruxelles ribadisce ancora una volta la sua posizione sul conflitto, confermando il "sostegno continuo" a Kiev "a favore dell'indipendenza, della sovranità e dell'integrità territoriale dell'Ucraina entro i suoi confini riconosciuti a livello internazionale", che si tradurrà in appoggio "politico, finanziario, economico, umanitario, militare e diplomatico per tutto il tempo necessario a garantire la vittoria dell'Ucraina".

Non solo, si ribadisce come il Paese "in quanto vittima di aggressione, ha il diritto legittimo di autodifendersi" e come "e l'assistenza militare cospicua, seppur ancora insufficiente, fornita dall'UE, dagli Stati Uniti e dai partner che condividono gli stessi principi è pensata per consentire all'Ucraina di difendersi efficacemente da uno Stato aggressore e di ripristinare il pieno controllo su tutto il suo territorio riconosciuto a livello internazionale". Oltre a tutto ciò, nella risoluzione il Parlamento europeo si dice anche convinto che "l'Ucraina stia seguendo un percorso inarrestabile verso l'adesione alla Nato" e invita tutti gli Stati membri ad aumentare il sostegno militare al Paese.

Cosa dice la risoluzione Ue sulla possibilità di colpire il territorio russo

Si arriva così al controverso punto sulla possibilità per l'esercito ucraino di usare le armi fornite dall'Occidente per colpire il territorio russo. Sottolineando come servano più armi e munizioni, il Parlamento nella risoluzione afferma di sostenere "fermamente l'eliminazione delle restrizioni all'uso dei sistemi di armi occidentali forniti all'Ucraina contro obiettivi militari sul territorio russo".

E ancora, tra le altre cose, si parla di assistenza finanziaria a lungo termine per la ricostruzione e si invita il Consiglio a estendere le sanzioni contro Russia e Bielorussia, utilizzando allo stesso tempo le entrate provenienti dai beni russi congelati verso il sostegno dello sforzo bellico ucraino.

Il Parlamento europeo contro Orban

Infine la parte su Viktor Orban: la risoluzione condanna la sua recente visita del premier ungherese a Mosca, sottolineando che Orban "non ha rappresentato l'Ue" e che si sia trattato di una "a una palese violazione dei trattati e della politica estera comune dell'Ue, compreso il principio di leale cooperazione". Il testo prosegue:

Il Parlamento europeo pone l'accento sul fatto che il primo ministro ungherese non può pretendere di rappresentare l'Ue quando ne viola le posizioni comuni; ritiene che a tale violazione dovrebbero seguire ripercussioni per l'Ungheria; ricorda che, all'indomani della cosiddetta missione di pace del primo ministro ungherese, la Russia ha attaccato l'ospedale pediatrico Ohmatdyt a Kiev, il che ha dimostrato l'irrilevanza dei presunti sforzi di Orbán, che sono stati recepiti con scetticismo dalla leadership ucraina; ribadisce il proprio sostegno al piano di pace presentato dal presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy; deplora il fatto che l'Ungheria abbia abusato del suo potere di veto in seno al Consiglio al fine di impedire la concessione di aiuti essenziali all'Ucraina; esorta l'Ungheria a revocare il blocco dei finanziamenti a favore dell'Ucraina nell'ambito dello strumento europeo per la pace, compreso il rimborso concordato agli Stati membri per l'assistenza militare già fornita.

Le reazioni al testo votato in plenaria

Come abbiamo detto, la risoluzione è stata approvata con larga maggioranza, ma non sono mancate polemiche e scetticismi, su temi e con ragioni diverse.

A esprimere dubbi sono stati anche i partiti che l'hanno sostenuta. Ad esempio Antonio Tajani, uno degli esponenti di spicco dei Popolari, mentre concludeva i lavori del G7 Commercio in Calabria, ha ribadito che l'Italia è contraria alla possibilità che l'Ucraina abbia il via libera per colpire obiettivi militari sul territorio russo con le armi fornite dai Paesi occidentali. La risoluzione, ha detto Tajani, "non è vincolante e la nostra posizione non cambia".

Anche dal Partito democratico non sono mancate le critiche. Ribadendo l'importanza e la volontà di continuare a sostenere l'Ucraina, la delegazione dem al Parlamento europeo si è espressa contro la possibilità di togliere le restrizioni a Kiev sulle armi inviate dagli alleati, che darebbe appunto il via libera all'esercito ucraino per colpire direttamente la Russia."La difesa dell'Ucraina si fonda sui valori di libertà e indipendenza dell'Ue, e continuiamo pertanto a chiedere alle istituzioni europee di garantire tutto il sostegno all'Ucraina in ogni forma necessaria. Come espresso nel programma che il Partito Democratico ha presentato nel corso della campagna elettorale europea e in linea con la nostra Costituzione, rivendichiamo con forza il ruolo storico, politico e diplomatico dell'Europa come progetto di pace: per questo nella risoluzione votata oggi abbiamo votato contro la proposta di eliminare le restrizioni all'utilizzo di armi occidentali contro obiettivi militari sul territorio russo", hanno sottolineato gli eurodeputati del Pd. Tra gli eletti con i dem, si sono astenuti su tutta la risoluzione i neo eurodeputati Cecilia Strada e Marco Tarquinio.

Da destra, invece, le critiche hanno per lo più riguardato la parte della risoluzione su Orban. Il capodelegazione di Fratelli d'Italia, Carlo Fidanza, ha scritto in una nota: "Abbiamo votato a favore della risoluzione sul supporto all'Ucraina, ribadendo il proprio sostegno a Kiev e al popolo ucraino. Quanto al paragrafo relativo alle iniziative del primo ministro ungherese Orban, pur avendole giù giudicate in maniera critica nei giorni scorsi, abbiamo votato contro la prima parte che conteneva un attacco strumentale al governo ungherese che nulla ha a che fare con le sorti dell'Ucraina. Coerentemente con questa impostazione abbiamo sostenuto le parti riguardanti il piano di Pace di Kiev e l'auspicio che la stessa Ungheria sblocchi i finanziamenti in favore dell'Ucraina". Ad ogni modo, gli eurodeputati di FdI si sono astenuti per la parte che riguarda il via libera a Kiev a colpire il territorio russo.

La Lega, invece, ha votato contro l'intera risoluzione. "Prendiamo atto con rammarico, purtroppo senza stupore, che anche nella nuova legislatura appena iniziata la maggioranza del Parlamento europeo si caratterizza per il suo atteggiamento strumentale. Il sostegno all'Ucraina, che la Lega non ha mai fatto venire meno in Italia e in Europa, è argomento troppo serio per essere utilizzato come strumento per colpire gli avversari politici, come invece sta facendo la maggioranza, che nella sua proposta attacca in maniera del tutto inopportuna la presidenza di turno dell'Ue", scrivono gli eurodeputati leghisti in una nota. Poi aggiungono: "Inoltre, chiedere di togliere le restrizioni all'uso delle armi contro obiettivi sul territorio russo è una richiesta che appare in contraddizione con la linea dello stesso governo italiano".

A votare contro la risoluzione anche l'intera delegazione del Movimento Cinque Stelle, così come Ilaria Salis, Mimmo Lucano e tre eurodeputati italiani dei Verdi – Cristina Guarda, Leoluca Orlando e Benedetti Scuderi – che hanno votato in dissenso rispetto al loro gruppo.

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