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Ucraina, Metsola: “Abbiamo abbassato il riscaldamento al Parlamento europeo, la libertà costa”

“La libertà e la democrazia hanno un costo. L’Ue deve dimostrare solidarietà ma non solo nei confronti dell’Ucraina, ma anche nel far capire ai suoi cittadini quali costi ci saranno da pagare”, lo ha detto la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola.
A cura di Annalisa Girardi
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"L'invasione di Putin ha distrutto la pace che la nostra generazione conosceva. Ha cambiato tutto. La risposta europea deve essere proporzionata alla minaccia seria, reale e crescente alla sicurezza collettiva": lo ha detto la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, in un discorso alla plenaria. "Dobbiamo rivedere il ruolo dell'Unione europea in questo mondo nuovo. Dobbiamo aumentare i nuovi investimenti in difesa e nelle tecnologie innovative. È arrivato il momento di fare un passo decisivo per assicurare la sicurezza di tutti gli europei. È il momento di costruire una vera unione di difesa e sicurezza, diminuendo al tempo stesso le nostre dipendenze dal Cremlino", ha aggiunto.

La presidente, che oggi ha ricevuto la premier estone, Kaja Kallas, ha anche annunciato di aver "abbassato di un grado il riscaldamento nell'edificio del Parlamento europeo", dopo l'invito dell'Alto rappresentante per gli Affari esteri Josep Borrell, che aveva lanciato un appello in plenaria contro la dipendenza dal gas russo. "La libertà e la democrazia hanno un costo. L'Ue deve dimostrare solidarietà ma non solo nei confronti dell'Ucraina, ma anche nel far capire ai suoi cittadini quali costi ci saranno da pagare", ha sottolineato Metsola.

La premier estone, da parte sua, ha ribadito come il suo Paese faccia parte della Nato per cui qualsiasi attacco da parte della Russia, che confina con l'Estonia, sarebbe valutato come un attacco alla Nato. "Domandarsi se l'Estonia sia la prossima ad ad essere attaccata vuol dire chiedersi se la Nato sia la prossima, e onestamente non credo", ha aggiunto commentanto le teorie secondo cui il disegno espansionistico di Putin non si sarebbe fermato all'Ucraina. Kallas ha quindi rivendicato la decisione di fornire armi all'Ucraina, spiegando che si tratta di legittima difesa. "C'è un'aggressione a un Paese sovrano, che quindi ha il diritto di difendersi". Tuttavia, ha concluso, bisognerà "trovare un consenso all’interno dell’Ue sul fatto che, a volte, il modo migliore per raggiungere la pace è la volontà di usare la forza militare".

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