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Guerra in Ucraina

Ucraina, Magri (Ispi) a Fanpage: “Terza guerra mondiale? È più probabile una seconda guerra fredda”

L’analisi di Paolo Magri, vicepresidente e direttore dell’Ispi, nella diretta YouTube di Fanpage.it sui possibili scenari futuri della guerra tra Russia e Ucraina, tra l’ipotesi di un ritorno a un mondo regionalizzato e i cambiamenti per la nostra vita economica.
A cura di Annalisa Girardi
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Con un flusso sempre più importante di armi dall'Occidente all'Ucraina e la Russia che continua ad alzare i toni dello scontro, aumenta il rischio di un'escalation e di un allargamento del conflitto. "Speriamo che una terza guerra mondiale sia da escludere. Ma una seconda guerra fredda, con un mondo diviso tra blocchi, da un lato le democrazie e dall'altro i sistemi non democratici, è uno scenario probabile. Quindi un mondo più regionalizzato anche a livello economico, non globalizzato dove si fanno affari con tutti", ha commentato Paolo Magri, vicepresidente e direttore Istituto di studi di politica internazionale (Ispi) durante una diretta YouTube di Fanpage.it. Uno scenario futuro di questo tipo, con un mondo diviso in blocchi, chiaramente avrebbe conseguenze importanti a livello economico e politico anche per l'Europa: anzi, soprattutto per l'Europa, che si trova in mezzo agli Stati Uniti da un lato e a Russia e Cina dall'altro.

"L'Europa è una terra di mezzo. Fino ad alcuni mesi fa l'ipotesi di nuova guerra fredda, cioè di blocchi, era tra Stati Uniti e Cina. Per l'America non è la Russia, ma la Cina l'alternativa come leader mondiale. Si parla di secolo asiatico, in cui non è più l'America la potenza dominante, come è stata nel Novecento dopo la prima guerra mondiale, ma è la Cina per il peso della sua economia e la sua capacità di innovazione tecnologica a prenderne il posto. Noi europei ci sentiamo molto meno sfidati. Ma ad ogni modo, che la guerra fredda sia con la Cina o con la Russia, noi siamo comunque in mezzo", ha affermato, sottolineando che questo valga sia a livello geografico, ma anche a livello economico. "La Russia ci forniva materie prime a basso costo, la Cina è la nostra fabbrica e il nostro mercato. Molte aziende italiane producono in Cina, perché costa meno, e vendono moltissimo in Cina. Che è l'economia che cresce di più a livello mondiale", ha aggiunto.

Cosa cambierebbe quindi per l'Europa se si venisse a delineare uno scenario da guerra fredda di questo tipo, come conseguenza della guerra tra Russia e Ucraina. "Con la Russia le cose stanno cambiando già ora, con un flusso di materie prime che si esaurisce. Non sappiamo dove andrà, presumibilmente in Asia, come i gasdotti che cambiano direzione. Ci vorrà tempo, ma chiaramente questo è più grave per l'Europa che per l'America. Noi siamo molto più dipendenti da questi prodotti che la Russia ci dava, l'America è molto più autosufficiente. Se questa chiusura si dovesse estendere anche alla Cina (cosa che non è al momento in atto e che anche Pechino sta facendo attenzione ad evitare, perché anche per loro non sarebbe positivo) noi non ci priveremmo più solo di un flusso di risorse che arriva a noi, ma anche di un intero mercato. Pensiamo a quante aziende italiane vendono per buona parte del loro fatturato alla Cina", ha spiegato il direttore dell'Ispi.

Insomma, la vita economica dell'Europa cambierebbe. E non di poco. Chiaramente lo scenario cambia a seconda che il conflitto si protenda nel breve o nel lungo termine: "Nello scenario di breve termine, con questa chiusura con la Russia, noi possiamo prevedere un forte rallentamento della crescita, forse una recessione, più inflazione. Già lo sappiamo: nei prossimi mesi diventeremo più poveri. Nel lungo periodo, se si formassero davvero dei blocchi a compartimento stagno, la situazione imporrebbe un ripensamento totale della vita economica. Questo sarebbe uno scenario catastrofico. Per ora però possiamo dire che questa guerra sta rendendo tutto quanto il mondo un po' più povero".

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