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Guerra in Ucraina

Ucraina, Letta a Fanpage: “Putin crede che occidentali siano rammolliti, strangoliamo loro economia”

Il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, è intervenuto durante la diretta Instagram di Fanpage.it, spiegando il suo punto di vista sull’invasione della Russia in Ucraina: “Bisogna creare un cordone che strangoli l’economia russa in pochi giorni o poche settimane – ha detto Letta – Putin pensa che gli occidentali sono rammolliti, e la fuga dall’Afghanistan è stata determinante in questo processo”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, è intervenuto in diretta su Instagram con Fanpage.it, per commentare l'invasione russa in Ucraina. Il leader dem ha voluto cominciare inviando un messaggio di solidarietà al popolo ucraino, soprattutto a quelli che vivono da tempo in Italia. Poi è venuto alla difficile situazione che ci troviamo di fronte: "Spero che ci sia ancora spazio per la soluzione diplomatica, ma temo che sia minimo e ostruito – ha spiegato – Come ci si può fidare di Putin? Ha preso in giro il mondo intero, tutti, a partire dalle richieste, dagli incontri. Gli spazi per la diplomazia sono esigui. È impossibile credere a Putin ora".

"Ovviamente speriamo che non ci siano interventi militari, è l'ultima cosa che possiamo sperare – ha continuato Letta – Sappiamo benissimo che anche dal punto di vista legale è molto complicato. L'Ucraina non fa parte della Nato. Tutto il mondo libero oggi deve inviare un messaggio alla Russia, che crei un cordone e strangoli la sua economia in pochi giorni o poche settimane. È l'unico messaggio che in questo momento Putin può ascoltare". Il lato positivo, secondo il segretario del Pd, è che "gli europei sono stati più uniti di quanto si pensasse, senza voci dissonanti". A Bruxelles "decideranno delle sanzioni senza precedenti". E ha ricordato: "La Russia economicamente è debole, ma è una potenza energetica e militare. Chi avrà le conseguenze di queste sanzioni in Russia sarà la gente, ma è l'unico modo per bloccare ed evitare un'escalation militare".

Secondo Letta "gli americani hanno imparato la lezione dell'Afghanistan", anche perché "questa vicenda sia figlia di quell'errore". Il segretario dem si riferisce all'uscita dal Paese e all'escalation della scorsa estate: "Si è ritorta contro la credibilità dell'Occidente, anche per questo i russi hanno pensato di poter fare quello che stanno facendo in questi giorni. Ci hanno considerato tutti talmente incapaci da poter fare ciò che volevano. In questo momento il principio di democrazia e libertà è messo in gioco e sta a noi fare la nostra parte".

Quanto alle conseguenze, almeno sul breve periodo, Letta ha sottolineato il "panico dei mercati borsistici" e soprattutto "il costo dell'energia". Su quest'ultimo punto, secondo il segretario del Pd, l'Unione europea dovrebbe comportarsi diversamente: "La transizione energetica deve essere rapida e verso le rinnovabili, ma richiede molti investimenti. Tutto questo si può fare solo a livello europeo".

Quanto a Putin, Letta è chiaro: "Stanotte si è chiusa un'epoca. Dopo trent'anni in cui Putin è stato un interlocutore, ovviamente ho avuto colloqui anche io quand'ero presidente del Consiglio, quello di queste ore è una scoperta negativa per tanti. Ma non è una sorpresa assoluta". Alla base di tutto "c'è la sottovalutazione della capacità dell'Occidente". Il ragionamento che Putin fa, secondo Letta è "questi occidentali sono dei rammolliti", "non sono in grado di combattere una guerra", "le loro opinioni pubbliche non reggerebbero il ritorno di bare con i soldati dentro" e invece "noi russi siamo in grado di risolvere i problemi con gli stivali nel terreno, perché siamo meno smidollati". L'Afghanistan "è stato determinante in questa idea".

L'altro tema è quello dei profughi: "Ci saranno centinaia di migliaia, forse milioni di rifugiati e noi da subito dovremo dimostrare cosa vuol dire l'accoglienza e che siamo un popolo che crede nella libertà, nella democrazia. Dobbiamo proteggere l'Ucraina – ha detto Letta – Bisogna che una politica di accoglienza sia generalizzata e fatta da tutti. Non siamo noi in prima fila, come capita con il Mediterraneo, quindi dobbiamo essere tutti uniti e noi italiani dobbiamo fare la nostra parte. Non è il momento dell'egoismo, questo è un grande Paese che ha conosciuto l'emigrazione, la dittatura e cosa significa essere salvati dalle democrazie".

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