Guerra in Ucraina

Ucraina, Fazzolari: “Governo non ha cambiato rotta per seguire Trump, ma no a soldati Ue al confine”

L’Italia è contraria all’invio di propri soldati per una forza di ‘peacekeeping’ in Ucraina, a meno che questa non sia gestita dall’Onu. Lo ha detto il sottosegretario Giovanbattista Fazzolari a Fanpage.it e altri cronisti presenti all’evento dedicato alle medaglie celebrative per ‘Due anni di resistenza ucraina’. Fazzolari ha insistito anche che il governo non ha “cambiato rotta” per inseguire la nuova linea di Donald Trump.
A cura di Redazione
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di Marco Billeci e Luca Pons

Inviare truppe italiane in Ucraina "non è a oggi all'ordine del giorno". Lo ha detto Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario di Stato, intercettato dai microfoni dei cronisti – anche quelli di Fanpage.it – a margine della presentazione di una medaglia celebrativa per i ‘Due anni di resistenza ucraina'. La vendita delle medaglie, coniate dalla Zecca dello Stato, ha portato a 500mila euro, devoluti all’associazione ucraina Unbroken Kids, che si occupa dell’assistenza fisica e psicologica di bambini e minori che hanno subito traumi di guerra – oggi il ricavato è stato consegnato all'associazione.

Fazzolari ha preso posizione sulla proposta avanzata ieri da Macron e Starmer, di una presenza di soldati europei e statunitensi in Ucraina dopo la firma della pace per creare un sorta di ‘cordone militare' tra Kiev e Mosca, scoraggiando future aggressioni. "È un'ipotesi che la Francia sostiene da tempo, l'Italia non la reputa la soluzione più efficace, non c'è mai stata una forza di interposizione internazionale tra due eserciti di questa portata. Da entrambi i lati ci sono più di un milione di soldati armati e non vedo bene quale sia la forza di interposizione tra questi due eserciti", ha detto il sottosegretario, braccio destro di Giorgia Meloni.

"Altro discorso è quello di una missione internazionale con cappello Onu in un contesto di pace, ma missioni di questo genere l'Italia ne ha fatte più volte", ha aggiunto, appoggiando quanto sostenuto dal ministro degli Esteri Tajani pochi giorni fa. In quel caso, ha concluso, "se ne parlerà anche con l'Italia".

Il sottosegretario ha anche rivendicato che il governo Meloni non ha "cambiato rotta" sul tema della guerra in Ucraina, nonostante Donald Trump abbia abbracciato le posizioni della Russia e la presidente del Consiglio si consideri molto vicina a lui. "Il governo non ha cambiato rotta, mi sembra che le parole di tutti gli esponenti del governo sono sempre state chiarissime".  Anche se in realtà le posizioni di Matteo Salvini sono state, come sempre, molto più in linea con quelle di Trump. L'obiettivo, ha detto Fazzolari, è "quello di arrivare a una pace sostenibile per l'Ucraina e per l'Europa. Quando avremo delle informazioni più concrete, dei documenti, li potremo commentare".

Nei giorni scorsi il presidente degli Stati Uniti ha anche affermato che l'Ucraina sarebbe stata responsabile per l'inizio della guerra. Fazzolari ha negato: "C'è stata ovviamente un'aggressione russa nei confronti dell'Ucraina e questo lo pensano e lo dicono tutti e mi sembra che lo stesso Trump abbia poi rettificato quanto aveva detto". In ogni caso, il sottosegretario ha detto di non essere preoccupato dalle tensioni tra Trump e Zelensky: "Credo che i personalismi siano la cosa che interessano di meno agli ucraini, allo stesso Zelensky e all'Europa. Il problema non è mai stato di politica interna dell'Ucraina, l'intero popolo ucraino sta combattendo contro un'invasione, si è compattato attorno al proprio presidente così come avrebbe fatto attorno a qualunque presidente e lo stesso Zelensky ha detto che non è lui l'ostacolo a una qualche forma di pace".

Se si dovesse ipotizzare l'ingresso della Nato dell'Ucraina senza Zelensky, "lo stesso Zelensky è stato il primo a dire che non ha nessun problema a farsi da parte", ha ribadito il Fazzolari. Che poi ha escluso che la pace preveda una spartizione del territorio ucraino: "Dovrebbero essere d'accordo gli ucraini, io avrei un certo timore ad andare sul territorio ucraino a pensare di spartirmi l'Ucraina senza il consenso degli ucraini, non so chi avrà il fegato di farlo".

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