Ucraina, Di Stefano a Fanpage: “Nessun rischio gas razionato per ora, ma dobbiamo tenerci pronti”
Dopo una settimana di guerra domani mattina Russia e Ucraina si incontreranno per la seconda volta per provare a trattare per un cessate il fuoco. Questa volta il luogo scelto per i negoziati, di comune accordo, è l'area della foresta di Bialowieza, al confine tra Bielorussia e Polonia. Abbiamo chiesto al sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano (M5s) se in caso di esito negativo dei colloqui l'Europa valuterà nuove sanzioni per Mosca e quali ripercussioni potranno esserci sull'Italia. La Russia è stata già duramente colpita dalle sanzioni imposte dall'Occidente, come ha ammesso il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, che però ha aggiunto che "c'è un certo margine di sicurezza, c'è del potenziale, ci sono dei piani, i lavori sono in corso" e l'economia russa "rimarrà in piedi".
Cosa ci si può aspettare da questo secondo round di negoziati tra la delegazione russa e quella ucraina? Putin ha già fatto capire che non intende arretrare rispetto alle sue richieste iniziali.
Il secondo round dovrebbe tenersi domani nella foresta di Białowieża, nel medesimo luogo simbolico dove Russia, Ucraina e Bielorussia sancirono la fine dell’URSS nel dicembre 1991. Credo che gli obbiettivi più realistici, in questa fase, non possano che essere la definizione di un “cessate il fuoco” e l’apertura di corridoi umanitari verso le parti dell’Ucraina più colpite. Per il resto, se pensiamo ad esempio che la Russia esige il riconoscimento dell’annessione della Crimea e l’indipendenza delle sedicenti repubbliche di Donetsk e Lugansk entro i confini delle rispettive regioni ucraine, le posizioni delle due parti mi paiono ancora molto, molto distanti.
L'energia è stata tenuta fuori dalle sanzioni, ma la decisione di escludere dal circuito Swift 7 banche, ma non Gazprombank, non significa di fatto continuare a finanziare la campagna militare di Putin?
Purtroppo è un effetto collaterale della nostra dipendenza energetica dalla Russia. Ed infatti nei giorni scorsi la Banca Centrale Russa, colpita da sanzioni pesantissime che le impediscono di effettuare operazioni in valuta, ha ordinato agli esportatori russi di vendere tutti i dollari e gli euro racimolati a partire dal primo gennaio 2022. Anche Gazprom ovviamente sta facendo lo stesso sostenendo così il corso del rublo. Per quanto mi riguarda, credo che l’UE, se la situazione in Ucraina dovesse deteriorarsi ulteriormente rispetto agli abomini che stiamo già vedendo, dovrà prendere in considerazione ulteriori sanzioni sugli asset principali russi, persino quelli per noi strategici. Per noi sarebbe un problema certo, ma siamo in un momento storico eccezionale e senza precedenti.
Quando ci si potrà sganciare dalla dipendenza dalla Russia?
Quanto prima, compatibilmente con i tempi necessari ad attivare maggiori forniture di gas da altri venditori, a mettere in piedi un reale coordinamento europeo su acquisti e stoccaggi, e a incrementare l’apporto delle energie rinnovabili alla copertura del fabbisogno nazionale. A livello di politica energetica, niente sarà più come prima del 24 febbraio 2022.
Le forniture dall'Algeria possono essere un’alternativa a quelle russe?
È irrealistico pensare che l’Algeria o l’Azerbaijan possano permetterci di coprire subito il 38% del fabbisogno di gas che attualmente importiamo da Mosca. Sono però in corso interlocuzioni molto avanzate per aumentare velocemente i flussi in modo significativo e permetterci quindi una strategia di medio termine. La recente missione ad Algeri del Ministro Di Maio è stata organizzata proprio per questo, e ne seguiranno altre.
Dobbiamo prepararci a consumi razionati di energia? O basterà riavviare le centrali a carbone e a olio combustibile in caso di emergenza?
Intanto il flusso di gas russo che raggiunge Tarvisio tramite l’Ucraina è ancora attivo (anche se a portata ridotta), per cui ora il rischio non c’è. È chiaro però che non possiamo presentarci impreparati dinanzi a qualsiasi evenienza come il venire meno di quel flusso per qualsiasi motivo come le sanzioni/controsanzioni oppure il danneggiamento dell’infrastruttura. Su questo punto, è fondamentale non sovrapporre le prospettive di brevissimo periodo con gli scenari dei prossimi anni.
Secondo l'Istat l'inflazione ha già raggiunto un record, +5,7% a febbraio, tasso che non si vedeva dal 1995. È previsto un ulteriore aumento di pane e pasta nei prossimi mesi, che si andrà ad aggiungere a quello della benzina e delle bollette elettriche?
Anche il commercio di cereali risente del conflitto tra Russia e Ucraina, che sono tra i maggiori produttori ed esportatori al mondo di questi beni. I prezzi potrebbero aumentare ancora, ma non come quelli dell’energia, che sta vivendo uno shock ben più grave. In ogni caso, come è avvenuto e avverrà ancora con il caro-bollette e dal momento che stiamo parlando di beni tra i più essenziali, il Governo è pronto a mettere in campo tutti gli strumenti per dare sollievo a cittadini e imprese. Ricordiamoci che siamo dentro una congiuntura eccezionale dovuta alla somma di tanti fattori di portata globale, incluse una guerra e una pandemia; ce la stiamo mettendo tutta per gestire questa fase non semplice nel modo migliore possibile.