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Guerra in Ucraina

Russia-Ucraina, Di Maio: “Draghi sentirà Putin nelle prossime ore, non illudiamoci che accordo sia vicino”

Il ministro degli Esteri ha annunciato che Draghi sentirà Putin nelle prossime ore: “Ma non dobbiamo illuderci che sia semplice arrivare alla fine dell’accordo”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Oggi Mario Draghi sentirà Vladimir Putin. Già giorni fa il presidente del Consiglio aveva annunciato che ci sarebbe stato un colloquio, ma questa mattina il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, l'ha confermato durante un punto stampa a Berlino: "Nelle prossime ore il premier sentirà il presidente Putin". Al centro del colloquio, ovviamente, ci saranno le richieste di cessate il fuoco che arrivano unitariamente dall'Europa, mentre la Russia continua a portare avanti la sua guerra in Ucraina. La telefonata di Draghi, va detto, arriva dopo molti altri contatti con il presidente francese Macron e il cancelliere tedesco Scholz, che hanno sentito Putin con costanza e senza risultati.

I passi avanti annunciati dopo i colloqui in Turchia, invece, non hanno convinto il ministro Di Maio: "Prendiamo atto dei passi diplomatici compiuti – ha detto – Valuteremo gli annunci russi dai fatti". Poi ha sottolineato con forza che "non bisogna creare false illusioni", soprattutto nei confronti dei cittadini ucraini. "Non dobbiamo illuderci che sia semplice arrivare alla fine dell'accordo – ha sottolineato Di Maio – Anche rispetto alle preoccupazioni che stanno vivendo i nostri cittadini, non dobbiamo creare false illusioni".

Il ministro degli Esteri è sicuro: "Se la Russia terrà fede a quello che ha detto e ritirerà in parte le truppe da Kiev vorrà dire che la nostra strategia, basata sul supporto economico e militare all'Ucraina, e sulle sanzioni a Mosca, sta funzionando". Quella strategia unica che sta segnando "una politica estera europea unita". Infine Di Maio ha parlato anche degli italiani che ancora si trovano in Ucraina: "Il numero in questo momento continua a diminuire – ha spiegato – Adesso sono 160, ricordiamoci che all'inizio erano duemila".

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