Ucraina, Conte: “Se fossi stato io il premier avrei cercato una soluzione diplomatica fin dall’inizio”
"Cosa avrei fatto se fossi stato al governo? Non voglio essere presuntuoso, ma sicuramente mi sarei battuto per una soluzione politica sin dall'inizio": lo ha detto l'ex presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ospite della trasmissione "Accordi&Disaccordi" su Nove. Commentando il viaggio di Giorgia Meloni a Kiev e la posizione dell'Italia rispetto alla guerra in Ucraina, ha aggiunto: "Con tutta la prudenza del caso, voglio dire che si sta interpretando il Patto Atlantico e si sta tirando fuori una strategia militare che non prevede una soluzione politica".
E ancora: "Nessuno sta dicendo che Putin avrebbe accettato di firmare un trattato di pace unilaterale, predisposto dall'Unione Europea o da altri, ma se non si fa la proposta non si può sapere. Quel tavolo andava aperto subito. Quel canale con mediatori accreditati, credibili andava tenuto sempre aperto sin dall'inizio".
Conte non ha parlato solo della guerra in Ucraina. Ma anche del Superbonus, tornato tema di scontro tra la maggioranza e il Movimento Cinque Stelle dopo l'intervento del governo che ha bloccato la cessione dei crediti e lo sconto in fattura. "Le accuse di Meloni sul Superbonus? Ha detto delle grandissime menzogne con sfacciataggine, sia lei che il ministro Giorgetti. Io credo sia un precedente molto grave", ha detto Conte.
Per poi precisare: "Quella norma è stata rigorosissima sin dall'inizio, ha previsto assimilazioni, controlli e certificazioni, per cui fare truffe è veramente difficile, come ha detto la Guardia di Finanza. Meloni ha parlato di 2.000 euro a testa per ogni cittadino. E anche questa è una fesseria. Perché non parliamo del fatto che lo Stato invece ha buttato via tre miliardi per un condono fiscale? Perché non diciamo che lo Stato butta via all'anno 30 miliardi per sussidi ambientalmente dannosi?".
Infine, Conte ha commentato anche il caso di Andrea Delmastro e Giovanni Donzelli: "Delmastro e Donzelli dovrebbero dimettersi dai rispettivi incarichi istituzionali. È una questione di responsabilità politica. Intanto quelle informazioni erano riservate e non divulgabili, poi il sottosegretario, senza avere titolo specifico, le carpisce e le passa sottobanco al suo collega, che tra l'altro è anche il suo coinquilino, affinché le utilizzi il giorno dopo contro l'opposizione".
Per poi concludere: "È un precedente grave perché se noi ammettiamo che un membro di governo possa utilizzare informazioni mettendo a repentaglio anche le indagini, che garanzie abbiamo per il futuro che non utilizzi informazioni così riservate per la lotta politica? A me interessa la responsabilità politica. Delmastro ha dimostrato che non è idoneo a ricoprire quella carica".