Ucraina, Conte: “Meloni promette illimitati aiuti militari, ci porta a guerra atomica e carneficina”
Il leader del M5s Giuseppe Conte ha criticato il governo e in particolare la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che nella giornata di sabato ha avuto un vertice con il presidente ucraino Zelensky, in visita a Roma per incontrare anche il Presidente della Repubblica Mattarella e Papa Francesco. Al termine del colloquio la premier e il leader di Kiev hanno firmato una dichiarazione congiunta, in cui viene confermato l'impegno dell'Italia a sostenere l'Ucraina per tutto il tempo necessario, anche con un nuovo invio di armi.
È stata messa nero su bianco inoltre la richiesta di ritiro immediato delle truppe russe dal territorio ucraino, il ripristino integrale dei confini del Paese, riconosciuti dalla comunità internazionale, oltre che il proposito di potenziare gli sforzi per rendere efficaci le sanzioni contro Mosca.
L'ex premier è molto critico rispetto agli accordi raggiunti e sulla linea dell'esecutivo: "Dovremmo avere il coraggio di dire che questa strategia militare, che ha bandito la strategia negoziale, porta solo morte e distruzione", dice alla "Stampa" il leader del Movimento 5 Stelle.
Il giornalista Andrea Malaguti nell'intervista fa notare a Conte che la via della pace proposta dal Vaticano non piace a Volodymyr Zelensky: "La mediazione di Papa Francesco può in ogni caso aprire un percorso negoziale costruttivo. Una porta che Europa e Italia devono coraggiosamente tenere aperta. Noto che Giorgia Meloni, con un'espressione che mi ha molto colpito, ‘scommette' sulla vittoria Ucraina, promettendo illimitate forniture militari. In questo modo però si accetta la possibilità di una carneficina senza fine e di una possibile deflagrazione nucleare".
Secondo il ministro degli Esteri Antonio Tajani l'unica strada possibile per il cessate il fuoco è quella che indicherà Kiev, sottolinea ancora il giornalista: "È un'impostazione del tutto sbagliata – osserva l'ex premier – Ma temo che lo slancio bellicistico serva a nascondere l'incapacità di affrontare emergenze interne come il caro affitti, i mutui alle stelle, l'inflazione fuori controllo, contratti precari e il crollo del potere d'acquisto di famiglie con stipendi sempre più bassi".
L'Ucraina non vuole rinunciare a una parte del proprio territorio, a quella che la comunità internazionale chiama "una pace giusta": "Nessuno mette in discussione il diritto dell'Ucraina all'integrità territoriale – spiega Conte – Questo non significa che non dobbiamo creare le condizioni per sederci a un tavolo".
Da presidente del Consiglio, sottolinea, "mi sarei adoperato in tutti i modi per convincere gli alleati europei che se davvero vogliamo proteggere gli ucraini e la nostra sicurezza dobbiamo essere più coraggiosi e coinvolgere tutti nel processo di pace, evitando l'escalation militare russa. E ancora mi domando perché Giorgia Meloni sia rimasta in Italia a discutere di rave party anziché andare in Cina come Scholz, Macron e molti altri leader europei".
"Oggi l'Italia – osserva infine Conte -, sia a Washington sia a Bruxelles, si sta limitando a seguire indicazioni di altri e non incide su nulla: dall'economia alla guerra, dall'immigrazione alla transizione ecologica. Eppure in campagna elettorale la premier diceva che con lei al governo per l'Europa sarebbe finita la pacchia. In verità non tocchiamo palla".