Turco: “L’eredità di Pannella? Le sue battaglie politiche e un milione di euro di debiti”
"I radicali sono buoni solo da morti. Sa perché la gente quando Pannella è morto si è emozionata? Perché la tv di regime ha tirato fuori i fatti e l’Italia, per la prima volta, ha saputo chi era e si è riconosciuta". Sul Corriere della Sera, Monica Guerzoni intervista Maurizio Turco, tesoriere del Partito Radicale, che traccia il suo ricordo di Marco Pannella e racconta dei problemi sorti negli ultimi tempi, delle liti all'interno del Partito, delle umiliazioni e insulti subiti da Pannella negli ultimi due anni e mezzo: "Questa camera ardente è stata aperta due anni e mezzo fa, quando si è concluso il congresso dei Radicali italiani. Da allora Pannella ha subito umiliazioni e insulti gratuiti. Purtroppo ho visto tanto sciacallaggio attorno a Marco", sottolinea Turco.
Il destino del Partito Radicale sembra non essere così roseo, Turco lascia intendere che ci siano insormontabili questioni che gravitano attorno all'eredità lasciata da Marco Pannella: "Più che scissione, uno scisma. Noi abbiamo offerto un disarmo unilaterale. Loro hanno deciso di fare altro". Con quel "loro" Turco si riferisce al gruppo di "giovani" che ha vinto l'ultimo congresso, il gruppo che è andato coagulandosi attorno a Riccarco Magi, Marco Cappato e Valerio Federico. "Parlano di unità, ma su cosa? Dovremmo mettere in piedi il partito che loro volevano fare e Marco non ha mai voluto? Come può essere ricomponibile, dopo due anni e mezzo?". Linee e visioni politiche contrapposte, che hanno contribuito a sancire una frattura insanabile. Non partecipavano mai alle riunioni, non salutavano Marco, gli hanno negato un confronto e un dibattito politico, racconta Turco. Lista Pannella contro Radicali Italiani. Giovani contro militanti storici.
Premevano per tornare a candidarsi, a fare politica all'interno dei palazzi, i giovani. I militanti storici, invece, volevano esplorare nuovi metodi di lotta politica e non intendevano tornare sui propri passi. Per statuto, infatti, il Partito Radicale non può presentarsi alle elezioni, per farlo occorre formare nuovi soggetti politici o servirsi di altre associazioni e liste ad hoc.
Ed Emma Bonino? "Dopo la rottura politica lui ha sempre cercato il chiarimento. La chiamava e lei lasciava squillare. Mandava messaggi ed Emma non rispondeva. A Radio Radicale lo disse anche, ‘vediamoci, Emma!'. Ma lei no, non voleva chiarirsi", sostiene Turco, ribadendo che Pannella ha sofferto molto per questo distacco. Qualcuno vuole mettere le mani sul patrimonio, sull'eredità di Pannella?, chiede Guerzoni, ma Turco nega possa trattarsi di volontà simili: "Marco non aveva più niente. Si è venduto tutto per il partito, per finanziare la politica. Nella cassa del partito c’è un milione di euro, in debiti. Non c’è una guerra attorno alle spoglie di Pannella, c’è un dissesto manifesto".
L'unica eredità che rimane sono le sue battaglie politiche, le lotte per i diritti civili dei carcerati, dei malati terminali, per la libertà di ricerca scientifica, per il diritto alla conoscenza. Nulla di tangibile, nulla di materiale e terreno. E i beni del Partito Radicale, invece? "La ‘roba' – spiega Turco – è intestata a una associazione, che si riunirà e deciderà. Siccome gestivo con lui e sui miei atti c’è la sua firma, Marco non mi ha lasciato detto niente. Ci riuniremo per eleggere il nuovo presidente".