Tunisia, Boldrini a Fanpage.it: “Saied non ha ceduto su nulla, Meloni fa accordi con un dittatore”
Il memorandum d'intesa firmato da Ue e Tunisia domenica scorsa, che prevede anche un accordo sui migranti, è stato spacciato dal governo Meloni come un'operazione di successo e un significativo passo avanti nella gestione del fenomeno migratorio. Anzi la presidente del Consiglio Meloni ha parlato addirittura di un "modello per le relazioni tra l'Ue e i Paesi del Nord Africa", e di "un importante passo per creare una vera partnership tra l’Ue e la Tunisia", in vista della conferenza internazionale sulla migrazione, che si terrà a Roma il prossimo 23 luglio, e che vedrà tra i suoi partecipanti anche il presidente tunisino Saied.
Per il capitolo che riguarda la lotta ai trafficanti e la cooperazione nelle operazioni Search and Rescue sono stanziati 105 milioni di euro, oltre ai primi 150 milioni che l'Ue darà subito al Paese per rilanciare l'economia (questi soldi dovranno in realtà essere approvati da tutti i 27 Paesi che compongono il Consiglio Ue).
Il ministro dell'Interno Piantedosi ha annunciato trionfante la firma del patto, considerandolo una promessa elettorale mantenuta: secondo il titolare del Viminale infatti il memorandum non è altro che un modo per attuare quel ‘blocco navale' che tante volte è stato sventolato da Giorgia Meloni. Nulla di più lontano dalla realtà, come ha spiegato in un'intervista a Fanpage.it la deputata del Pd e presidente del Comitato Permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, Laura Boldrini: "Saied non ha ceduto su nulla".
Presidente, Meloni ha detto che il memorandum trasformerà la Tunisia in un Paese terzo in cui rispedire non solo i tunisini, ma tutti i migranti che salpano dalle sue coste. Perché lei lo considera un buco nell'acqua?
È un buco nell'acqua perché l'obiettivo dichiarato da Giorgia Meloni era quello di impedire le partenze, e rinviare indietro in Tunisia coloro che partono da quel Paese. Ma se guardiamo ai numeri, dei circa 75mila migranti sbarcati in Italia nel 2023, oltre 43mila provengono dalla Tunisia, ma non sono in maggioranza tunisini, bensì migranti di altre nazionalità partiti da quel Paese. Quindi quello che ha ottenuto Giorgia Meloni sul piano dell'immigrazione è essenzialmente che Saied si riprenderà gli immigrati tunisini. Come ha sempre fatto del resto, visto che esiste da molti anni un accordo bilaterale di riammissione. Significa che già da tempo la Tunisia, sulla base di questi accordi, si riprende i suoi connazionali che entrano irregolarmente in Italia.
Non sorprende, visto che Saied aveva già alzato un muro, dicendo che la questione migratoria non si può risolvere a spese della Tunisia.
No infatti, Saied lo aveva detto esplicitamente: "La Tunisia non accetterà mai di essere il guardiano dei confini di nessun Paese, né accetterà il trasferimento di migranti nel proprio territorio". Quindi da questo punto di vista mi sembra che Meloni non abbia minimamente raggiunto quello che voleva e che oggi sbandiera. Se lo scopo era quello di fare in modo che la Tunisia si riprendesse tutti i migranti irregolari arrivati in Italia, anche quelli non tunisini, la firma del memorandum è stata un flop. Così come non è riuscita a fare della Tunisia un hub dell'immigrazione, per esternalizzare il diritto d'asilo. Alla Guardia costiera tunisina sono stati anche forniti mezzi, 25 imbarcazioni per pattugliare le coste, oltre ai 105 milioni per bloccare le partenze. Ma a Lampedusa continuano ad arrivare ogni giorno centinaia e centinaia di persone che partono della Tunisia. Vedremo se in futuro ci sarà un impatto nel contenimento dei flussi.
Il governo però spaccia questo accordo per un "blocco navale".
Questa è pura propaganda. Oltre al fatto che il ‘blocco navale', e Piantedosi dovrebbe saperlo, nel diritto internazionale è un atto di guerra. E infatti Meloni, dopo averla usata in campagna elettorale, una volta arrivata a Palazzo Chigi ha smesso di usare quest'espressione, che ha una connotazione giuridica ben definita a livello internazionale. Nel memorandum con la Tunisia, è bene sottolinearlo, non c'è nessun riferimento al blocco navale. In ogni caso il concetto di bloccare le partenze non funziona, non è questa la strategia giusta. Finché le persone avranno bisogno di mettersi al sicuro da guerre, persecuzioni e violazioni dei diritti umani, troveranno sempre una via di fuga.
Nel memorandum invece si fa esplicito riferimento alla lotta ai trafficanti e a una maggiore cooperazione nelle operazioni Search and Rescue. Non sono stati fatti passi avanti?
Sicuramente vanno rafforzate le operazioni di ricerca e soccorso in mare. Però in questo memorandum sono stati fatti anche dei passi indietro, perché in quest'idea di bloccare a tutti i costi le partenze, un'idea assolutamente non realistica, Giorgia Meloni ha anche coinvolto la Commissione europea, con la presidente Ursula von der Leyen. E qui si apre anche un'altra questione.
Cioè?
Il Trattato sull'Unione europea, all'articolo 21, indica chiaramente i principi che l'Unione si impegna a diffondere e tutelare nel mondo. Tra quei principi ci sono la democrazia, lo stato di diritto, i diritti umani, le libertà fondamentali, l'uguaglianza e la solidarietà. Bisogna ricordare poi che dal 1995 quando l'Unione europea fa accordi con i Paesi terzi mette sempre una clausola sui diritti umani, una clausola di condizionalità presente in accordi con più di 120 Stati, che però non si trova nel memorandum con la Tunisia.
Questo cosa significa?
Nel memorandum con la Tunisia non è stata posta questa clausola, ed è un fatto rilevante e negativo, visto che stiamo parlando di un Paese ormai nelle mani di un autocrate, Kais Saied, che di fatto ha avocato a sé tutti i poteri, imprimendo una forte virata autoritaria. Ha destituito il governo, esautorato il Parlamento e il Consiglio della magistratura, ha fatto arrestare i suoi oppositori politici, i sindacalisti e i difensori dei diritti umani, decapitando di fatto l'opposizione, e ha dato il via a una caccia al migrante subsahariano, dicendo che è in corso un tentativo di sostituzione etnica ai danni della Tunisia, che vuole minare la sua identità araba e musulmana. Visto che ci troviamo di fronte a un personaggio che ha fatto tutto questo, io trovo scandaloso che nell'accordo non ci sia nessun riferimento alla tutela dei diritti umani dei migranti, che oggi vengono anche arrestati arbitrariamente mentre camminano, catturati e lasciati in mezzo al deserto. E trovo scandaloso che nel memorandum non ci sia neanche un richiamo al ripristino dello stato di diritto e delle libertà democratiche.
Meloni la considera invece un'intesa modello, la base a cui guardare per i prossimi accordi con altri Paesi…
È preoccupante tutto questo, perché Meloni è talmente ossessionata dal tentativo di bloccare le partenze dei migranti che passa sopra a qualsiasi altra considerazione, inclusi i principi dello stato di diritto. La società civile tunisina e l'opposizione democratica speravano di essere tutelate dall'Unione europea e dall'Italia. Invece si sono sentite totalmente tradite. Invece di chiedere il ripristino dell'assetto democratico, il rilascio immediato dei prigionieri politici e lo stop alla campagna d'odio razzista, si è fatto un accordo che bypassa tutto questo, tradendo i principi su cui si fonda l'Unione europea. In commissione Affari Esteri alla Camera abbiamo ascoltato in audizione molti esperti tunisini, rappresentanti dell'opposizione in esilio, professori universitari: tutti hanno detto che in Tunisia c'è una grandissima crisi democratica ed economica, e che Saied è il problema non la soluzione. Quindi fino a quando ci sarà lui la situazione non si risolverà. Vedere che invece il governo italiano firma un accordo che legittima un autocrate, dimostra che non è stato ascoltato il grido d'aiuto dei tunisini. Il governo italiano ha scelto il dittatore.