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Trump, riarmo e l’attacco al Manifesto di Ventotene: il discorso di Meloni alla Camera

Dopo le comunicazioni di ieri al Senato, oggi Giorgia Meloni è intervenuta alla Camera dove è tornata sul piano di riarmo europeo e sul rapporto con Donald Trump. Forti tensioni in Aula quando la premier ha citato alcuni passaggi del manifesto di Ventotene, rivolgendosi alle opposizioni: “Non se questa è la vostra Europa ma certamente non è la mia”.
A cura di Giulia Casula
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Dopo le comunicazioni di ieri al Senato, oggi Giorgia Meloni è intervenuta alla Camera dopo il dibattito in Aula. Nella sua replica la premier è tornata sui temi del riarmo, del rapporto con Donald Trump e sulla posizione dell'Italia nei rapporti tra Russia, Ucraina e Stati Uniti.

Innanzitutto, Meloni ha commentato la conversazione telefonica di ieri tra Trump e Putin e l'ipotesi di un cessate il fuoco parziale limitato alle infrastrutture energetiche. "Si tratterebbe di un primissimo spiraglio di quanto concordato a monte e noi sosteniamo gli sforzi del presidente Trump, che è un leader forte per porre le condizioni per garantire una pace giusta", ha detto.

La premier poi ci ha tenuto ha ribadire la compattezza del governo, fugando ogni dubbio sull'assenza di Matteo Salvini. "La compattezza on è data dalla presenza dei ministri in Aula, anzi ho detto spesso che quando sono impegnati in altre vicende fanno bene a fare il loro lavoro, penso che dare risposte ai cittadini sia molto più importante che fare compagnia a me, me la posso cavare da sola", ha chiarito.

Difesa, Meloni: "Chiariamo cosa si intende, Rearm confonde"

"La difesa è una condizione di libertà", ha detto Meloni a proposito del piano di riarmo europeo.  "Io voglio una Nazione in grado di decidere per se stessa, la nazione deve essere in grado di difendersi e mantenere i propri impegni. Ho chiesto di chiarire cosa si intenda per spese di difesa", ha specificato ribadendo il governo non vuole confondere i cittadini, ma che è il "Rearm" a farlo. "Bisogna capire dove vanno queste risorse", ha detto.

Quanto all'ipotesi di fare debito per aumentare le spese militari, "noi abbiamo fatto le nostre valutazioni", ha detto Meloni. "Il Governo aveva chiesto lo scorporo delle spese della Difesa dal calcolo del Patto di stabilità. Sicuramente oggi però non possiamo non porre il problema che l'intero piano presentato dalla presidente della Commissione Europea Von der Leyen si basa quasi completamente sul debito nazionale degli Stati". Per questo motivo la premier ha fatto sapere di star lavorando ad altre proposte, come quella di favorire gli investimenti privati. "Col ministro Giorgetti abbiamo elaborato una proposta che ricalca quello che accade, attualmente con invest Eu, quindi garanzie europee per gli investimenti privati", ha detto. Meloni è tornata a ribadire poi che l'Italia non userà i soldi dei fondi di coesione per la Difesa in linea con quanto già dichiarato ieri al Senato.

La premier ha detto inoltre di aver avuto una posizione chiara "sia sulle proposte che alcuni nostri colleghi portano avanti, a mio avviso poco efficaci, sia su quella che porta avanti l'Italia", ossia estendere l'articolo 5 della Nato anche all'Ucraina. "È più semplice, più efficace delle altre anche perché aiuterebbe a svelare un bluff: se la Russia non ha in mente di invadere nuovamente i suoi vicini, non si capisce perché non dovrebbe accettare garanzie di sicurezza difensive", ha detto.

I dazi "sono un problema, ma lavoriamo a una soluzione migliore"

Sui dazi "non c'è dubbio che per noi siano un problema", ha detto Meloni. L'Italia "è una nazione esportatrice. Il tema che io cerco di porre, sul quale non ho francamente certezze, è quale sia la reazione migliore. Allora, noi abbiamo attualmente un surplus commerciale nei confronti degli Stati Uniti nei beni e gli Stati Uniti hanno nei nostri confronti un surplus commerciale per quello che riguarda i servizi", ha proseguito "Credo che questa sia una questione che si può e si deve tenere in considerazione per cercare una soluzione che eviti una guerra commerciale quindi risposta tassi sui beni come come posso dire come riflesso e invece temo potrebbe crearci più problemi di quelli che ci risolve", ha aggiunto.

Meloni contro il M5s: "Non ho tempo per la vostra lotta nel fango"

Meloni ha poi attaccato il banchi del Movimento 5 Stelle che protestavano contro le parole della premier. "Non so che cosa volete che vi dica, mi spiace per voi che non avete evidentemente delle proposte da fare capisco perché quando eravate al governo l'Italia aveva dei problemi. Capisco che i cittadini sono preoccupati, lo sono anche io" e "non ho tempo per la vostra lotta nel fango", ha dichiarato. "Gli italiani valuteranno come comportarsi e la discrasia che esiste tra le posizioni che tenete all'opposizione e le scelte fatte al governo, voi dall'opposizione siete antimilitaristi quando siete stati al governo vi siete comportati diversamente" approvando "il più alto aumento delle spese della difesa rispetto al Pil".

Meloni: "Con l'Europa o con gli Usa? Io sto con l'Italia"

"Se sto con l'Europa o con gli Usa? Io sto sempre con l'Italia, non seguo pedissequamente né l'Europa né gli Usa. Dopodiché sono anche per la compattezza dell'Occidente, che penso serva all'Europa e all'Italia. Le semplificazioni su questa materia non aiutano", ha detto Meloni rispondendo alle critiche delle opposizioni. La premier si è poi rivolta direttamente alla leader del Pd. "Quando Schlein dice ‘Trump non sarà mai un alleato', che vuol dire? Che dobbiamo uscire dalla Nato? Io penso che i Paesi alleati non cambino a seconda di chi vince le elezioni, ma mi pare che voi la pensiate in modo diverso", ha detto.

Tensioni in Aula dopo che Meloni cita il Manifesto di Ventotene: "Questa Europa non è la mia"

Infine, Meloni ha letto alcuni passaggi del Manifesto Ventotene, rivolgendosi alle opposizioni. "Non mi è chiarissima neanche la vostra idea di Europa, perché nella manifestazione di sabato a piazza del Popolo e anche in quest'aula è stato richiamato da moltissimi partecipanti il Manifesto di Ventotene: spero non l'abbiano mai letto, perché l'alternativa sarebbe spaventosa", ha esordito leggendo una parte del testo scritto nel 1941 da Altiero Spinelli e Ernesto Rossi. "Non se questa è la vostra Europa ma certamente non è la mia", ha concluso. Dure a questo punto le proteste in Aula dai banchi dell'opposizione che hanno fischiato contro la premier, mentre dai banchi del centrodestra si sono levati applausi. A causa delle tensioni il presidente Lorenzo Fontana è stato costretto a sospendere la seduta.

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