Truffa rimborsi elettorali: chiesto il rinvio a giudizio per Umberto Bossi e Francesco Belsito
La Procura di Genova ha chiesto il rinvio a giudizio per Umberto Bossi e Francesco Belsito, al termine dell’inchiesta sull’utilizzo dei rimborsi elettorali della Lega Nord. Secondo l’accusa dei magistrati della procura, dunque, il leader carismatico e fondatore del Carroccio (anche se da tempo lontano dalla politica attiva) e l’allora tesoriere (espulso proprio in seguito allo scandalo che aveva travolto il partito) avrebbero utilizzato i soldi pubblici per scopi personali, mettendo in atto una truffa ai danni dello Stato per circa 40 milioni di euro.
A questo punto si attende la decisione del giudice sulla possibilità che si arrivi a processo: la valutazione finale si baserà anche sui riscontri investigativi. Nella ricostruzione degli inquirenti, ricordiamolo, Bossi e Belsito sarebbero stati i registi di una serie di operazioni (nelle quali sono coinvolti anche altri ex funzionari di partito della Lega Nord) volte a gonfiare le rendicontazioni di spesa per attività elettorali, funzionali ad ottenere il rimborso dallo Stato. L’accusa riguarda peraltro un periodo molto limitato di tempo (il biennio 2008 / 20009) ed è affidata alla procura genovese dal momento che i rimborsi elettorali venivano accreditati su un conto intestato proprio a Belsito (a Genova).
Per il momento, né da Bossi né da Belsito sono arrivate dichiarazioni in merito: probabilmente ulteriori novità sono da attendersi per le prossime ore, quando dovrebbe arrivare la decisione del giudice e si capirà se la vicenda avrà il suo epilogo in Tribunale.