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Truffa all’Ue, è indagata l’eurodeputata della Lega Stefania Zambelli: sequestrati 170mila euro

Nell’ambito delle indagini su una presunta frode ai danni del Parlamento europeo, la Procura europea di Milano ha sequestrato oltre 170mila euro all’eurodeputata Stefania Zambelli e a quattro collaboratori. Secondo l’accusa, sarebbero stati assunti e pagati nonostante non svolgessero davvero il lavoro di assistenti.
A cura di Luca Pons
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La Procura europea di Milano, con la Guardia di Finanza di Brescia, ha eseguito un sequestro di oltre 170mila euro nei confronti dell'eurodeputata bresciana della Lega Stefania Zambelli e quattro dei suoi assistenti. L'operazione è avvenuta nell'ambito di un'indagine su possibili frodi ai danni del bilancio dell'Unione europea. In particolare, il sospetto è che i quattro assistenti parlamentari venissero pagati senza svolgere, o svolgendo solo in parte, la funzione per la quale erano stati assunti.

Per farlo, avrebbero documentato falsamente la loro attività al Parlamento europeo e dichiarato titoli di studio e competenze professionali che, secondo le indagini, non avevano. Per pagarli Zambelli avrebbe utilizzato anche il denaro che il Parlamento europeo corrisponde per le spese del personale, per un totale stimato dagli inquirenti (i pubblici ministeri Giordano Ernesto Baggio, Gaetano Rua e Sergio Spadaro) di 172.148,82 euro.

Il sequestro, che è stato reso noto solo oggi, è avvenuto giovedì scorso su iniziativa del giudice per le indagini preliminari bresciano Andrea Gaboardi e ha riguardato conti bancari e auto di lusso. Zambelli è stata vicesindaca di Salò ed era candidata anche alle recenti elezioni regionali in Lombardia, dove è risultata la prima dei non eletti a Brescia.

In una dichiarazione sul proprio profilo Facebook, la parlamentare europea ha detto: "Tengo a precisare che né io, né i miei collaboratori abbiamo commesso alcun illecito. Il nostro operato è sempre stato improntato alla massima lealtà e trasparenza nei confronti delle istituzioni e della collettività".

In particolare, Zambelli ha affermato che "l'assistente parlamentare che con la sua denuncia ha dato origine a questo procedimento, è la stessa persona che mi aveva già denunciato al Parlamento europeo nel 2019, con le stesse argomentazioni. In quella circostanza, per i medesimi fatti, questa assistente all'esito del giudizio è stata licenziata per giusta causa, secondo le indicazioni ricevute dagli stessi funzionari del Parlamento europeo, mentre nei miei confronti non e' stato emesso alcun provvedimento".

L'eurodeputata leghista è parente stretta di almeno uno degli assistenti indagati, secondo quanto reso noto da fonti di stampa. Si tratta del compagno della figlia di Zambelli, Marco Pacini, noto come ultras della curva sud del Milan. Pacini è stato coinvolto in passato in indagini legate al mondo delle tifoserie. Secondo gli accertamenti della Procura europea e della Guardia di finanza di Brescia, l'uomo avrebbe già un impiego stabile nel capoluogo lombardo, cosa che quindi renderebbe impossibile svolgere i compiti legati alle attività parlamentari. Cosa per la quale, però, è stato assunto da Zambelli.

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