Tribunale di Roma condanna Grasso: dovrà pagare 83mila euro al Pd
"Vi ricordate la brutta lunga polemica con il presidente Grasso sui soldi dovuti al PD? Oggi il Tribunale di Roma ha emesso il decreto ingiuntivo contro il presidente Grasso. Siamo stati costretti a vincere l’azione giudiziaria e sinceramente mi dispiace che si sia arrivati a tanto. Ma le regole valgono per tutti. Oppure non sono regole. E le regole vanno rispettate, sempre". A scriverlo, sul suo profilo Facebook, è Francesco Bonifazi, tesoriere del Partito democratico.
"Il mio unico commento – ha aggiunto Bonifazi, contattato dall'Ansa – è che le regole vanno rispettate, specie se si di decide di stare in una comunità. Su 63 richieste di decreto da noi avanzate il giudice ne ha emessi praticamente quasi tutti. Noi abbiamo preso l'impegno, durante l'approvazione del bilancio, di destinare tutti questi soldi a sostegno dei nostri lavoratori in cassa integrazione. Poi è chiaro che tra l'emissione del decreto e la percezione effettiva del denaro, ahimè, passerà del tempo".
La condanna del Tribunale di Roma è l'epilogo di una vicenda iniziata mesi fa, e proseguita a suon di accuse da parte dei vertici del partito, verso Pietro Grasso, attuale leader di LeU, il cartello elettorale che ha raccolto i partiti alla sinistra del Pd (Possibile, Sinistra italiana e Mdp-Articolo 1) attorno ad un unico simbolo. Ora l'ex presidente del Senato dovrà risarcire il Pd. Ogni parlamentare, da regolamento interno, deve infatti versare al partito 1.500 euro al mese.
A dicembre era stato lo stesso Bonifazi, in una lettera indirizzata al leader di LeU, a chiedere il pagamento della somma, 83.250 euro in tutto: "Caro presidente, la preghiamo di saldare le sue pendenze con il Pd: 83.250 euro, entro il 15 dicembre". Sarebbero 60 i parlamentari che dovranno regolare i propri conti, la maggior parte ex dem che hanno abbandonato il Pd. In tutto il partito potrebbe recuperare i circa 1,5 milioni: il tesoriere dem Francesco Bonifazi, una volta recuperati i soldi, si era impegnato a dirottarli verso un fondo a sostegno dei 180 dipendenti del Nazareno che si trovano in cassa integrazione da molto tempo.