Treni fermi per un chiodo, il Pd attacca Salvini: “Rete ferroviaria sovraccarica, ma lui scappa”
Una giornata terribile per i viaggiatori e i pendolari. Trecento treni cancellati in tutta Italia, quasi 2mila in ritardo, oltre mille ore di ritardi accumulati. E il motivo, ha detto Matteo Salvini, è legato a un chiodo piantato da un operaio in una canalina di plastica dove passano i cavi che portano l'elettricità agli edifici della stazione di Roma Termini.
Ma il ministro dei Trasporti, ha spiegato a Fanpage.it Andrea Casu, deputato del Pd e vicepresidente della Commissione Trasporti alla Camera, "si rifiuta di aprire gli occhi su una vera e propria odissea quotidiana in cui ogni singolo incidente diventa un disastro. Salvini ha una responsabilità politica e deve rendersi conto della situazione della condizione in cui versa il trasporto ferroviario in Italia. Dopo un'estate terribile, tra cancellazioni e guasti, l'inizio dell'autunno appare ancora peggiore. Il ministro sembra più interessato a vendere le ferrovie piuttosto che a farle funzionare e il malfunzionamento generale che stiamo vivendo potrebbe contribuire a creare condizioni migliori per la privatizzazione spingendo sempre più persone a pensare che visto che il servizio non funziona la soluzione migliore è vendere ai privati".
"Due questioni inquietanti su cui Salvini non risponde"
Secondo Casu esistono "due dati inquietanti, su cui abbiamo chiesto ieri una risposta formale". Secondo la relazione annuale dell'Autorità di regolazione dei trasporti, spiega il deputato dem, la capacità commerciale della rete ha un limite dell'85 per cento, "ma sono stati stipulati contratti per utilizzarla oltre questo limite".
Si legge nel documento dell'ART:
"La regolazione dell’Autorità, come trasposta nel PIR, prevede che in nessun caso RFI possa assegnare capacità quadro oltre la soglia dell’85% della capacità commerciale totale: limite che, nel caso di specie, il GI ha superato".
"Sovrautilizzare la rete in un momento in cui sono in corso investimenti del Pnrr, interventi necessari a rafforzare la rete, che tipo di conseguenze ha sulla sicurezza, sulla manutenzione e sulla gestione degli incidenti? Su questo non abbiamo avuto risposte da Salvini", ha spiegato Casu.
Il secondo dato, per il parlamentare romano del Pd, è legato alle interruzioni di linea, circa 10mila all'anno. "Un dato costante, ma è in aumento la durata di queste interruzioni. Le nuove tecnologie non dovrebbero diminuire queste interruzioni invece di aumentarne la durata? Salvini ci deve rispondere, non solo direttamente, ma sollecitando i vertici di Ferrovie a fornire risposte chiare. Cosa che lui non sta facendo. Ogni volta il singolo guasto diventa un incubo per i viaggiatori e questo fenomeno si ripete di continuo. Semplicemente, possiamo dire, Salvini non sta facendo il ministro dei Trasporti".
Casu: "Disastro nella comunicazione agli utenti e sui rimborsi"
Secondo Casu il problema del sistema ferroviario italiano è legato anche al cambiamento di percezione tra i cittadini: "Il treno era diventato il mezzo preferito dagli italiani. Adesso i cittadini preferiscono utilizzare l'auto o l'aereo perché i treni non offrono più alcuna garanzia. Ieri il ritardo più grave è stato registrato su un treno regionale che partiva da Cesano e arrivava a Roma Tiburtina: partenza con 220 minuti di ritardo e arrivo con 378 minuti di ritardo complessivi"
Un altro tema fondamentale, per il parlamentare dem è legato alla comunicazione agli utenti: "Un incubo. I viaggiatori hanno diritto ad essere informati in maniera tempestiva, puntuale e costante su ritardi e cancellazioni e un altro aspetto drammatico è la modalità dei rimborsi. Un biglietto si acquista con un click, ma per ottenere un rimborso occorre fare file chilometriche oppure compilare un modulo tra mille difficoltà. Se un utente ha diritto a un rimborso, deve poterlo ottenere con la stessa semplicità con cui lo ha pagato".