In queste ore a Palazzo Grazioli si è concluso uno dei vertici di maggioranza più "caldi" dell'intera esperienza di governo di Silvio Berlusconi. Al centro dell'incontro, cui hanno partecipato tra gli altri Umberto Bossi, Franco Frattini ed il neo – Ministro Saverio Romano, la maxi – manovra approntata da Giulio Tremonti. Una misura "necessaria per tenere i conti in ordine", ma soprattutto giudicata ineludibile dall'Unione Europea e comunque destinata a causare più di un grattacapo in via XX settembre.
Come vi avevamo anticipato nei giorni scorsi, si tratterà di una manovra da circa 43 miliardi di euro, che andrà a toccare punti nevralgici dell'intero "sistema – Paese", a partire da pensioni, fondi immobiliari e stipendi pubblici. Una serie di pacchetti dunque che andranno ad incidere sui conti pubblici, attraverso la riduzione della spesa corrente ma anche tramite il recupero di risorse attraverso nuovi strumenti. In particolare, secondo le indiscrezioni pubblicate dagli organi di stampa, si parla del blocco del turn over per il pubblico impiego, dell'introduzione di fondi immobiliari pubblici per valorizzare il patrimonio locale e del taglio degli stipendi ai Ministri. Quest'ultima in particolare è una misura (anticipata da Saverio Romano) che prevede che i Ministri ricevano solo l'indennità da parlamentari.
Una scelta di grande impatto mediatico più che altro, che però non trova concorde il Ministro Gianfranco Rotondi, il quale, raggiunto da Libero, ha evidenziato la sua "differenza di prospettiva", con parole che non mancheranno di far discutere: “Se uno un giorno dice a deputati e senatori che vanno dimezzati, il giorno dopo che taglia loro gli stipendi, quello successivo che gli toglie l’auto blu, allora è un kamikaze, significa che vuole proprio farlo cadere questo governo […] Forte del fatto che nessuno, neanche all’opposizione, vuole andare al voto, Berlusconi deve avere un’unica preoccupazione: coltivare i rapporti con Camera e Senato”.
Ma ad agitare le acque nella maggioranza non sono solo i leghisti (Bossi ha espressamente parlato di Governo a rischio sulla manovra), ma anche gli stessi ambienti vicini al Presidente del Consiglio, la cui proposta di un "netto taglio delle imposte" è stata bocciata (quasi del tutto) da Tremonti. Un (ex) Superministro che resiste e, parlando di manovra seria e responsabile, smentisce con forza le voci che lo volevano dimissionario fin da stasera.