video suggerito
video suggerito

Tremonti contrattacca: non ho bisogno di rubare i soldi agli italiani

Dopo un mese di silenzio, arriva la versione di Giulio Tremonti sull’affitto della sua casa romana. Il Ministro parla di una stupidata, ma spiega anche le ragioni che lo hanno indotto a non alloggiare più in caserma o in albergo. E dice che agli italiani non ha rubato niente.
A cura di Alfonso Biondi
129 CONDIVISIONI
Tremonti

Dopo le ultime accuse a suo carico, Tremonti esce allo scoperto e, finalmente, dice la sua verità sulla casa romana. E fa mea culpa: "Ho fatto una stupidata. E di questo – ha confidato a Repubblica-  mi rammarico e mi assumo tutte le responsabilità. Ma in quella casa non ci sono andato per banale leggerezza. Il fatto è che prima ero in caserma ma non mi sentivo più tranquillo. Nel mio lavoro ero spiato, controllato, pedinato". Si tratta di un'ammissione che arriva dopo un mese di silenzio e che, messa in questi termini, fa pensare davvero.

LA SCELTA DI ANDARE DA MILANESE- Nella legislatura 2001-2006 Tremonti  ha sempre scelto soluzioni in albergo o in caserma: "Per le tre sere a settimana che da più di 15 anni trascorro a Roma- ha dichiarato- ho sempre avuto soluzioni temporanee, in albergo o in caserma". Dal febbraio del 2009, però, qualcosa cambia e decide di accettare l'ospitalità di Milanese. E il perché lo spiega proprio il Ministro:  "La verità è che, da un certo momento in poi, in albergo o in caserma non ero più tranquillo. Mi sentivo spiato, controllato, in qualche caso persino pedinato". Ma di chi era questo fiato sul collo? Per capirlo dobbiamo tornare allo scorso 17 giugno, quando cioè il superministro è a colloquio col pubblico ministero Piscitelli. Piscitelli gli fa ascoltare una telefonata tra Silvio Berlusconi e il Capo di Stato Maggiore Michele Adinolfi, sentita la quale Tremonti rivela che all'interno della  Guardia di Finanza si sono formate delle cordate in vista della nomina del prossimo comandante generale e che "alcuni rappresentanti di quel Corpo sono in stretto contatto con il presidente del Consiglio". Nella guerra tra fazioni, Tremonti capisce di essere attenzionato dalla banda "amica" del Presidente del Consiglio, tant'è che telefona a quest'ultimo e se ne lamenta. Il generale Adinolfi ha poi confermato questa paura di Tremonti in un interrogatorio del 21 giugno sempre davanti al pm Piscitelli. A detta del generale, Berlusconi convocò il Ministro e, anche in presenza di Adinolfi, lo rassicurò. Ma forse servì a poco.

"NESSUNA EVASIONE FISCALE"- La vicenda della casa romana di Tremonti aveva fatto molto discutere anche per le modalità con cui il Ministro, stando alle dichiarazioni di Milanese, l'avrebbe pagata. L'affitto della casa di via Campo Marzio costava 8.500 euro mensili; di questi soldi Tremonti avrebbe versato, stando sempre alle dichiarazioni di Milanese, solamente 4000 euro mensili, per giunta in nero. Si sarebbe quindi trattato di evasione fiscale. Tremonti, pur ammettendo il pagamento, calcolato in base ai giorni di permanenza, ha così replicato all'accusa:

Trattandosi di questo tipo di rapporto tra privati cittadini non era infatti dovuta l'emissione di fattura o vietata la forma di pagamento. Chi parla di evasione fiscale è in malafede. Questa accusa non la posso accettare. Sono in grado di dimostrare in modo tecnicamente e legalmente indiscutibile l'assoluta regolarità del mio comportamento, e del mio contributo alle spese di quell'affitto.

Il Ministro ha poi affermato di aver pensato inizialmente a un'altra tipologia di contratto, salvo poi escluderlo per ragioni personali. "Mi ritorna ora nella forma di una paradossale ironia, ma la ragione del tutto non era di convenienza economica, ma di privacy"- ha poi affermato Tremonti. E dice anche di non conoscere Angelo Proietti, l'imprenditore che, secondo Tommaso di Lernia (un altro imprenditore), si sarebbe accollato l'affitto della casa e delle ristrutturazioni in cambio di subappalti.

MAI RUBATO- "Non ho bisogno di rubare i soldi, di fregare i soldi agli italiani. Non l'ho mai fatto e vorrei continuare a non farlo. Di avere casa a Roma non me ne può fregare di meno; non frequento i salotti e non faccio vita sociale romana"- ha dichiarato Tremonti alla trasmissione Unomattina. Il superministro ha fatto notare, in una lettera al Corriere della Sera, di avere dichiarato negli anni scorsi un reddito molto alto e quindi di avere la disponibilità per far fronte all'affitto di casa.

129 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views