294 morti ieri. 313 morti oggi. In totale fanno 607 persone che oggi non ci sono più e altrettante famiglie che piangono i loro cari. Se le cose vanno avanti di questo passo, e stando alle proiezioni dell’Ihme di Washington, dovrebbero andare di questo passo almeno sino a fine gennaio, parliamo almeno di altre migliaia morti da mettere in conto, a voler essere ottimisti.
Non giriamoci attorno: sono numeri tremendi. E sono figli di quella variante Omicron che secondo alcuni è poco più di un’influenza. Ma che, particolare non irrilevante, si diffonde con una contagiosità molto superiore, al punto tale che un tasso di letalità relativamente molto basso si traduce in migliaia di morti, decine di migliaia di ricoverati, centinaia di migliaia di contagiati, milioni di persone costrette a casa perché positive, molti dei quali medici e infermieri che concorrono a mettere ulteriormente in crisi una sanità già ampiamente sotto pressione.
Forse è arrivato il momento di aprire gli occhi e guardare l’ondata omicron per quella che è: una tempesta perfetta dove non c’è vaccino né malattia pregressa che possa azzerare il contagio. Dove chi non è vaccinato rischia seriamente di finire ricoverato o in terapia intensiva. E dove la pressione sul sistema sanitario si rivolge come un boomerang contro chi si è vaccinato, ma rischia di non aver accesso a cure sanitarie che non riguardano il Covid.
Di fronte a questa tempesta perfetta – lo ha scritto il condirettore di Fanpage.it Adriano Biondi qualche settimana fa, vale la pena di ribadirlo oggi – ci siamo armati di ombrellini da cocktail e della sicumera di poterla affrontare a colpi di Green pass che non frenano il contagio e di vaccini che non azzerano il contagio. Non paghi, oggi vogliamo pure eliminare il bollettino giornaliero, che non azzera il contagio nemmeno quello, ma perlomeno ci dà la dimensione del rischio che corriamo tutti e ci impone comportamenti responsabili che frenano il contagio e che il governo si rifiuta di imporre.
Siamo alla strategia del “se non lo vedo non esiste”, insomma. Una strategia che forse permetterà al governo di mantenere la sua coesione, già lacerata dalla scelta del Presidente della Repubblica e dalle successive elezioni politiche, e magari permetterà pure all’economia del Paese di strappare un quarto di punto di crescita del Pil da qui a fine anno. Ma che di certo sta fallendo clamorosamente nel contenere un’ondata che poteva essere di molto mitigata nei suoi effetti, proprio in ragione della minor aggressività di Omicron e di una popolazione quasi interamente vaccinata. Che a fronte di tutto questo si debba ancora sopportare questo numero di morti è francamente inaccettabile. Che sia di la colpa al bollettino che ci rende ansiosi, ancora di più.