Tre anni senza Giulio Regeni, Fico: “Se continua stallo rivedremo rapporti economici con l’Egitto”
Una piazza gremita, quella di Fiumicello (Udine), alle 19.41 si è fermata per chiedere ancora una volta verità e giustizia per Giulio Regeni. Una verità che, nonostante siano trascorsi tre anni esatti dal rapimento e dalla morte in Egitto del giovane ricercatore friulano, ancora non c’è. All'ora esatta in cui partì l'ultimo messaggio dal cellulare di Giulio questa sera la sua Fiumicello, paese natale di Giulio, si è illuminata di giallo, colore simbolo di Amnesty International, per raggiungere in una “staffetta” ideale di fiaccole le altre 100 piazze d'Italia che chiedono risposte per la morte di Regeni. In piazza a Fiumicello, oltre ai genitori e alla sorella di Giulio, è intervenuto anche il presidente della Camera Roberto Fico, che prima di raggiungere il centro del paese ha sfilato con la famiglia lungo le vie nella “Camminata dei diritti”. “In questo momento c’è una situazione di stallo dovuto alla poca disponibilità a collaborare della procura del Cairo con la procura di Roma. Se sussiste questo stallo vanno rivisti i nostri rapporti economici”, così Fico ha risposto a chi gli chiedeva se, alla luce delle novità emerse sulla vicenda Regeni, sussistesse la possibilità di richiamare l’ambasciatore. “Questa è una questione che valuterà il ministro degli Esteri – ha risposto Fico – ma è chiaro che più si va avanti e più provvedimenti dovranno essere presi”.
"Lo Stato italiano deve ogni giorno, insieme alla famiglia, chiedere verità e giustizia" – “Quando sono andato a parlare con il Presidente egiziano Al Sisi gli ho detto che l'Italia sa che sono stati gli apparati dello stato egiziano a rapire, torturare e uccidere Giulio Regeni e lo Stato egiziano deve fare verità su se stesso”, così ancora Fico ai microfoni del programma “La Vita in Diretta”. “Lo Stato italiano deve ogni giorno, insieme alla famiglia, chiedere verità e giustizia. Dobbiamo provare ogni tipo di strada per cercare di far si che l'Egitto inizi un processo vero”, ha aggiunto il presidente della Camera. E ancora: “La famiglia Regeni non si è mai arresa e chi non si arrende mai non può essere mai sconfitto. È questo il messaggio che lanciamo all'Egitto. Quello che è accaduto a Il Cairo poteva capitare a qualsiasi dei nostri figli e non bisogna voltarsi dall'altro lato, mai”.