«Rammendare le periferie…». Una frase altamente evocativa, quella dell'architetto genovese Renzo Piano, tratta da un intervento sul domenicale de "Il Sole 24 Ore" dello scorso 26 gennaio e finita oggi nella traccia d'attualità della prima prova dell'esame di maturità 2014. Questo pensiero dell'archistar genovese nonché senatore a vita è stato però già citato in consessi pubblici. Nientepocodimeno a Palazzo Madama dal presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il premier citò infatti lo stesso identico periodo poi curiosamente scelto dalla commissione del Miur per le tracce delle prove scritte, durante il suo discorso al Senato della Repubblica, il 24 febbraio scorso. Lo fece, altra curiosa coincidenza, per dare slancio ai suoi provvedimenti sull'edilizia scolastica, settore da anni ormai ai piedi di Pilato. Il testo di Piano sul Sole era questo: «Siamo un Paese straordinario e bellissimo, ma allo stesso tempo molto fragile. È fragile il paesaggio e sono fragili le città, in particolare le periferie dove nessuno ha speso tempo e denaro per far manutenzione. Ma sono proprio le periferie la città del futuro, quella dove si concentra l’energia umana e quella che lasceremo in eredità ai nostri figli. C’è bisogno di una gigantesca opera di rammendo e ci vogliono delle idee».
Il discorso del premier Renzi che cita Renzo Piano
Ecco lo stenografato disponibile sul sito del Senato della Repubblica: «Domani – disse Matteo Renzi in Senato – scriverò una lettera ai miei colleghi sindaci, oltre 8.000, per chiedere a tutti loro e ai Presidenti delle Province sopravvissuti (Commenti dal Gruppo LN-Aut) di fare il punto della situazione sull’edilizia scolastica, seguendo un bellissimo ragionamento del senatore Renzo Piano. Non so chi di voi ha avuto modo di conoscere le parole, a mio giudizio straordinarie, che Renzo Piano ha pronunciato pochi giorni fa in un’inter- vista. Piano ha invitato a rammendare i nostri territori, a rammendare le periferie. Credo sia un’espressione molto bella, che da' il senso di ciò di cui abbiamo bisogno. Noi abbiamo bisogno di intervenire nell’edilizia scolastica dal 15 giugno al 15 settembre, con un programma straordinario – dell’ordine di qualche miliardo di euro, e non di qualche decina di milioni – da attuare sui singoli territori, partendo dalle richieste dei sindaci e intervenendo in modo concreto e puntuale».
