Tra i 16 migranti sbarcati in Albania anche 2 minorenni e 2 malati: verranno riportati in Italia
Due dei 16 migranti sbarcati ieri nel porto di Shengjin, in Albania, sarebbero minorenni. Altri due sarebbero invece soggetti vulnerabili. Lo hanno rivelato fonti all'ANSA fonti dell'autorità portuale della città albanese spiegando che "sono stati trasferiti su una motovedetta per esser riportati sulla nave Libra, diretti in Italia".
Il gruppo di 16 migranti, che erano stati soccorsi in mare, è stato il primo ad arrivare in Albania nell'ambito dell'accordo tra Roma e Tirana. Due dei quattro hanno riferito di avere meno di 18 anni e dunque, in via cautelare, verranno riaccompagnati in Italia. Altri due sarebbero malati. Nel nostro Paese saranno valutati dalle commissioni presenti negli hotspot nazionali così come avviene per situazioni analoghe.
In Albania ieri sono sbarcati dieci migranti del Bangladesh e sei egiziani, tutti maschi e ritenuti non in situazione di vulnerabilità. Il gruppo era stato soccorso in mare dalla nave della Marina militare ed era diretto a Lampedusa. Dopo essere giunti sulla costa albanese i migranti sono stati sottoposti ad uno screening sanitario e alle procedure di identificazione, ed è in questa fase che i due ragazzi si sono qualificati come minorenni.
Il “Protocollo tra il Governo della Repubblica italiana e il Consiglio dei ministri della Repubblica di Albania per il rafforzamento della collaborazione in materia migratoria”, convalidato dalla Corte costituzionale di Tirana a gennaio di quest'anno e ratificato dai parlamenti dei due Paesi a febbraio, prevede la cessione delle due aree situate a Shengjin e Gjader all’Italia “a titolo gratuito” per cinque anni, rinnovabili tacitamente.
Le due strutture, una destinata alle procedure d’ingresso, l’altra alla permanenza in attesa della valutazione della domanda d'asilo e dell'eventuale rimpatrio, “sono gestite dalle competenti autorità della parte italiana secondo la pertinente normativa italiana ed europea”: una forma di “colonia detentiva extraterritoriale” – così l’ha definita Luca Masera, docente ordinario di diritto penale presso l’università di Brescia –, dove vige il diritto italiano e dell’UE, nonostante l’Albania non ne faccia parte.
Il protocollo riguarda esclusivamente i migranti che saranno soccorsi in mare dalle autorità italiane, non dalle navi delle ong, e che provengono da Paesi che l’Italia considera “sicuri” in virtù dell’elenco stilato dal governo. Questi saranno trasferiti sulla Libra, dove avverrà un primo screening per dividere gli uomini adulti considerati non vulnerabili, che quindi potranno essere portati in Albania, e chi invece dovrà essere sbarcato in Italia, ovvero donne, minori e persone vulnerabili.