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Opinioni

Tra governissimo, modello belga e intesa Pd – M5S, spunta l’ipotesi “congelamento”

Nel caos politico istituzionale di queste settimane, prende corpo anche un’altra ipotesi: la conferma di Mario Monti e Giorgio Napolitano a Palazzo Chigi e Quirinale. Un congelamento, in attesa di nuove elezioni. Una sorta di modello belga in salsa italiana…
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Napolitano-congelamento

Come uscire dallo stallo alla messicana creato dalla frammentazione del consenso elettorale e dalla distribuzione dei seggi a Palazzo Madama? Un rompicapo nel quale sembrano impegnati senza sosta sia Giorgio Napolitano che Pier Luigi Bersani. Il segretario democratico, per la verità, ha fatto la prima mossa, provando a mettere nero su bianco una serie di punti caratterizzanti il suo programma di Governo, intorno ai quali intende aggregare una maggioranza più o meno stabile che rompa i delicati equilibri formatisi in seguito al voto del 24 e 25 febbraio. Un tentativo che è soprattutto un modo per cercare di far uscire allo scoperto Beppe Grillo, mentre voci indiscrete (e più o meno credibili) sono pronte a scommettere che lo "scouting" tra gli eletti a 5 stelle risulterà decisivo. Realisticamente, però, Grillo non ha alcun interesse nell'accettare un compromesso al ribasso e, per il momento si limita a lanciare proclami bellicosi e proposte più o meno provocatorie. Eppure, come ci ricorda Francesco Bei su Repubblica, è proprio da una di queste provocazioni che paradossalmente potrebbe arrivare la soluzione per uscire dall'impasse:

Grillo ha mandato avanti il blogger Claudio Messora che ieri, sulla web tv del movimento, se n'è uscito con una proposta sorprendente: "Il governo in carica resta in carica, c'è una prorogatio e tutto il peso delle riforme passa al Parlamento. Lasciamo Monti e i tecnici tranquilli a palazzo Chigi, che tanto non sporcano, non danno fastidio, e il Parlamento approvi le leggi".  In uno scenario del genere, con Monti di nuovo a palazzo Chigi e Napolitano al Quirinale, i partiti si dedicherebbero alla riforma costituzionale – dimezzamento dei parlamentari, semi-presidenzialismo, etc – e alla legge elettorale.

A ben guardare, però, non è solo una provocazione in puro stile grillino. In effetti, quella del congelamento del Governo, o del cosiddetto modello belga (con un premier in carica in attesa di nuove elezioni e nonostante l'assenza di una maggioranza parlamentare), è una delle strade percorribili, anche se solo a determinate condizioni. Perché l'Italia non è il Belgio e non può e non deve diventare né il Giappone né l'Argentina (come ricordava anche The Economist). Poi perché andrebbe verificata la disponibilità di Monti ad occupare nuovamente l'instabile poltrona di Palazzo Chigi, avendo in pratica zero margini di manovra. E soprattutto perché bisognerebbe capire chi è disponibile ad assumersi la responsabilità di sostenere il governo e legare la propria esperienza politica all'ennesimo esecutivo di transizione. Il rischio è che si tratti di una legislatura traumatica, paralizzata dalle differenze di orientamento fra le forze politiche e che abbia come unico effetto quello di spianare la strada ad una debacle elettorale della politica tradizionale.

In alternativa, c'è finanche chi lancia l'ipotesi Napolitano: il Capo dello Stato dovrebbe lasciare il Quirinale per guidare un governo di salvezza nazionale che otterrebbe l'appoggio della totalità delle forze politiche. Scenario irrealistico, a dir poco. Quello che è certo è invece il vulnus istituzionale e politico, con l'elezione del nuovo Presidente della Repubblica (trovare la quadra sarà davvero un'impresa, anche se un rapido conteggio degli equilibri tra Camera, Senato e delegati regionali evidenzia la possibilità che il centrosinistra, in accordo con i centristi, riesca ad eleggere "autonomamente" un candidato), che va a sommarsi all'impossibilità di sciogliere le camere nel semestre bianco e nei primi 45 del mandato del nuovo eletto. Il tutto, mentre continua il lavoro degli sherpa di Pd e Pdl e la tanto esecrata ipotesi di "governissimo" potrebbe tornare prepotentemente alla ribalta.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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