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Tra Civati e Pisapia è polemica: ma chi ha paura di primarie aperte?

A pochi mesi dalle elezioni regionali in Lombardia, sono tante le incognite (e le polemiche) all’interno del centrosinistra. Tra chi vuole le primarie per scegliere il candidato e chi sembra non volerle (ma non lo dice).
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Ormai è praticamente certo che le prossime elezioni regionali per scegliere il successore del dimissionario Roberto Formigoni in Lombardia si svolgeranno tra la fine di gennaio e le prime settimane di febbraio. Un appuntamento cruciale, cui sommare le consultazioni regionali in Lazio e Molise, anche per le ripercussioni sulla (quasi) contemporanea campagna elettorale per le politiche del 2013. Ma soprattutto un test fondamentale per il centrosinistra nella Regione più popolosa d'Italia, da un quindicennio governata dal centrodestra di Formigoni. Dopo aver conquistato la Sicilia, con la vittoria (seppur dimezzata) di Rosario Crocetta, l'impressione è che mai come questa volta il centrosinistra possa giocarsi fino in fondo la partita elettorale, con la Lega in fase di riassetto ed il Popolo della Libertà travolto da scandali e beghe interne. Certo è che, mai come questa volta, l'eventuale successo del centrosinistra non può prescindere dal modo in cui verrà scelto il candidato alla carica di Governatore. Ed è qui che cominciano i problemi, tanto per cambiare.

Già, perché ancora una volta è intorno alle primarie che si sta scatenando la solita, paradossale polemica. Dopo giorni di imbarazzi, stilettate e mezze dichiarazioni, a rompere gli indugi è stato Pippo Civati, che a Radio 24 ore ha confidato: "Poca democrazia nel Pd. Se saltano le primarie in Lombardia io non faccio più politica […] Il sindaco Pisapia, assieme ad altri del Pd, stanno puntando a far saltare le primarie perché vogliono candidare Fabio Pizzul come nome unico alla Regione Lombardia".

Dalle pagine del suo blog sul Post, poi, il consigliere regionale del Partito Democratico ha chiarito meglio la sua posizione rispetto al "protagonismo ed al lavoro indefesso più da segretario che da Sindaco" di Giuliano Pisapia (il quale spingerebbe per un "moderato" alla guida della Regione) per evitare le primarie:

Perché quello che si sta cercando di fare è trovare il candidato migliore per la Regione Lombardia. E per farlo ci vogliono le primarie e ci vogliono candidati (o candidate) forti. E non ho certo la presunzione di essere l’unico nome possibile, tanto che nei giorni passati mi sono personalmente adoperato per capire se ci fosse la disponibilità di Umberto Ambrosoli […] Sto cercando solo di far vincere il centrosinistra, senza ricorrere a etichette che, dopo il voto siciliano, e quello che è successo in questi anni dalle nostre parti, non hanno più alcuna ragione di esistere. A meno che moderato non voglia dire essere proprio così.

Del resto, non è poi così chiaro il motivo per il quale il Sindaco di Milano, eletto anche grazie alla consultazione primaria, che tra l'altro ha sempre fatto della partecipazione e del confronto uno dei suoi motivi d'orgoglio, dovrebbe spingere verso la "nomina" diretta di un candidato (il consigliere Fabio Pizzul), anche solo attraverso primarie "pilotate". A maggior ragione in un momento in cui infuria la polemica sui "nominati" e in cui si rende non più rinviabile una seria discussione sulla necessità di ripensare il rapporto fra la politica ed i cittadini, fra i militanti ed i partiti. E cominciare a farlo chiedendo ai cittadini di partecipare attivamente alla scelta del candidato alla carica di Governatore non sembra un'idea tanto bislacca (senza dimenticare la giusta attenzione ai programmi, chiaramente).

Va detto che per il momento Pisapia si è limitato a prendere le distanze dall'accusa di voler far saltare le primarie.Anzi, ribadisce: "Sul modello di quanto successo a Milano e in tanti altri Comuni, le primarie sono la strada migliore per individuare chi dovrà affrontare una sfida fondamentale come quella del cambiamento in Lombardia". Insomma, tanto rumore per nulla? Non proprio, perché è sulla volontà o meno di PD e SEL di affidarsi a primarie aperte e non "controllate" (per citare Giulio Cavalli) che si gioca la partita più importante. Con una scelta che potrebbe incidere finanche sul risultato elettorale e che in ogni caso costringerebbe finalmente a giocare a carte scoperte non solo i vari Civati, Cavalli (che scontano probabilmente un eccesso di prudenza) ma anche i tanti "apprendisti stregoni" che per troppo tempo hanno gestito "in maniera morbida" le sorti del centrosinistra in Lombardia.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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