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Elezioni politiche 2018

Totonomi, chi saranno i prossimi presidenti delle Camere

Tra le ipotesi sul tavolo per l’individuazione dei presidenti delle Camere quella che va per la maggiore è la spartizione dei ruoli da parte delle due forze vincitrici, cioè M5S e Lega. Ma Forza Italia vorrebbe che il centrodestra affidasse una presidenza al Pd.
A cura di Annalisa Cangemi
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I successori di Pietro Grasso e Laura Boldrini verrano decisi il prossimo 23 marzo, data prevista per la prima seduta delle nuove Camere. A presiedere la prima seduta, seguendo il regolamento, ci sarà per Al Senato il senatore a vita Giorgio Napolitano, quanto membro più anziano con i suoi 93 anni. Alla Camera invece il compito spetta al vicepresidente della passata legislatura che ha preso più voti, cioè Roberto Giachetti (Pd). Ma a chi passerà il testimone? Stanno già circolando in questi giorni i primi nomi dei papabili.

Uno dei possibili scenari, quello che va per la maggiore, è che il M5S, primo partito nell'ultima tornata elettorale, e il centrodestra, si spartiscano le due presidenze. Lo ha detto lo stesso segretario della Lega Matteo Salvini: "Per le presidenza di Camera e Senato sarà nostro dovere incontrare e ascoltare tutti", ha detto. E oggi lo ha ribadito anche il leghista Gian Marco Centinaio, capogruppo della Lega in Senato: È giusto che decida chi ha vinto le elezioni, quindi Lega e Movimento Cinque Stelle. Forza Italia – ha aggiunto – non è d'accordo perché forse sono gli unici posti che si può portare a casa. Le elezioni le avrà vinte chi riuscirà a fare il Governo, io spero che ci riesca Salvini. Si può fare, bisogna mettere insieme anche persone che apparentemente non hanno vinto, la matematica non è un'opinione". E ha spiegato che il Carroccio non sarebbe contrario ad affidare una delle due presidenze al M5S. Gli fa eco il leader pentastellato Di Maio: "Noi per le individuazione delle presidenze delle Camere siamo aperti a tutte le forze ma chiaramente pretenderemo il riconoscimento del voto degli italiani che ci hanno indicato come prima forza del Paese".

Ma le trattative, e le prove di forza, non sono ancora concluse. Per Renato Brunetta (Forza Italia) il Pd non dovrebbe essere escluso dalla partita, e che dovrebbe essere il centrodestra, non singolarmente la Lega, a ricevere l'incarico: "Il popolo sovrano ha votato il Movimento 5 stelle e il centrodestra unito, quindi ha perfettamente ragione anche Berlusconi quando dice che è il centrodestra il soggetto che deve essere rappresentato nella presidenza delle Camere, e all'interno del centrodestra si deciderà chi sarà la figura più adatta". In quest'altro scenario, delineato da Forza Italia, il centrodestra potrebbe affidare una presidenza al Partito democratico "nella linea di un percorso da costruire, di un appoggio esterno ad un prossimo governo". Ma, chiarisce Brunetta, "il soggetto, anche in questo caso, è il centrodestra, la coalizione intera".

Il totonomi per le presidenze delle Camere

Per la presidenza del Senato, sono state formulate già delle ipotesi. I più probabili sono proprio Danilo Toninelli (M5S), Paolo Romani(Forza Italia) ed Emma Bonino, che nonostante il progetto di +Europa non sia stato premiato alle urne perché non ha raggiunto la soglia di sbarramento del 3%, ha ottenuto il nono mandato parlamentare; quotato anche Roberto Calderoli, che appunto negli ultimi 17 anni è stato per tre volte il vicepresidente a Palazzo Madama e quindi conosce molto bene i regolamenti, e ha già detto che vorrebbe ricoprire l'incarico, se la Lega dovesse siglare un'intesa con i pentastellati. Mentre per la Camera girano i nomi di Giancarlo Giorgetti (Lega) e quelli per ora ex aequo di Roberto Fico e del giornalista Emilio Carelli (M5s). Meno probabile invece l'ipotesi che sullo scranno più alto di Montecitorio possa salire un esponente di Forza Italia; e ancora meno probabile l'ipotesi che vedrebbe proprio i due leader, Salvini e Di Maio, eletti presidenti dei due rami del Parlamento.

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