Per ora le certezze sono pochissime e riguardano semplicemente la volontà di Enrico Letta di sciogliere la fiducia ed andare fino in fondo al compito affidatogli da Giorgio Napolitano. Sui nomi della sua squadra di Governo invece, "restano molti nodi" e la sensazione che alla fine il reggente del Partito Democratico dovrà accettare alcuni compromessi pur di chiudere la quadra. Ma andiamo con ordine, cominciando dalle due figure di sostegno a Letta alla vice-presidenza. È scontato infatti che dovranno andare a rappresentanti di Scelta Civica e Popolo della Libertà ed i nomi sono sempre quelli di Mauro (o Romano) ed Alfano, mentre per la sottosegreteria alla Presidenza del Consiglio resta in corsa anche Gianni Letta, assieme allo stesso Alfano (o Schifani).
Al ministero dell'Interno dovrebbe essere confermata Anna Maria Cancellieri, anche se circolano voci su un possibile dirottamento al Viminale di Alfano; alle Riforme quasi certo dell'incarico il pidiellino Gaetano Quagliariello, mentre probabile appare la riconferma di Moavero Milanesi alle Politiche Comunitarie (dove è in corsa anche la Bernini) e quella di Andrea Riccardi. Per il ministero del Welfare sempre in pista Stefano Fassina, Guglielmo Epifani e Sergio Chiamparino (anche se non si esclude l'ingresso di Carlo Dell'Aringa), con l'ex Sindaco di Torino che potrebbe essere indicato anche per il ministero dello Sviluppo (carica per la quale sono in lizza anche Francesco Boccia e lo stesso Corrado Passera). Al Popolo della Libertà andrà probabilmente il ministero per le Pari Opportunità (in corsa Mara Carfagna ed Anna Grazia Calabria), mentre al ministero dell'Istruzione è corsa a tre fra Maria Stella Gelmini, Maria Chiara Carrozza e Mario Mauro.
La partita più complessa è però sempre quella dei ministeri della Giustizia e dell'Economia. Per il ruolo di Guardasigilli si pensa alla riconferma di Paola Severino, ma sono forti le pressioni dei berlusconiani per ottenere il dicastero che in passato fu occupato anche da Angelino Alfano (uno dei papabili, assieme all'ex Presidente del Senato Renato Schifani). Una trattativa complessa, che potrebbe avere grosse ripercussioni tra l'opinione pubblica, che dovrebbe essere chiusa solo dall'indicazione di una figura di garanzia: in tal senso, oltre a Violante, si pensa all'ex parlamentare dell'Unione di Centro Michele Vietti. Al dicastero di via XX settembre invece i berlusconiani vedrebbero bene Renato Brunetta, ma in vantaggio resta Giuliano Amato, fino all'ultimo in ballottaggio con Letta per ottenere l'incarico da Napolitano. Agli Esteri invece potrebbe andare Massimo D'Alema, mentre in leggero ribasso sembrano le quotazioni di Mario Monti e di Maurizio Lupi (che comunque dovrebbe far parte della squadra di governo, forse al posto di Renato Balduzzi alla Sanità").