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Inchiesta in Liguria e arresto di Giovanni Toti

Toti dopo la decisione di patteggiare: “Mi ritengo innocente perché ho agito per l’interesse pubblico”

L’ex governatore della Liguria Giovanni Toti spiega perché ha deciso di patteggiare: “Io vittima di una politica ipocrita e disinteressata”.
A cura di Susanna Picone
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Si sente vittima "di leggi mal scritte, di una politica un po' ipocrita e disinteressata" e si ritiene innocente "perché ho agito per l'interesse pubblico". A parlare è l'ex governatore della Liguria Giovanni Toti che in un'intervista al Corriere della Sera ha detto la sua dopo la decisione di patteggiare.

L’ex governatore dice che i pm hanno sostanzialmente confermato "che non c'era un atto illegittimo tra quelli che, secondo loro, sarebbero stati da me influenzati così come, evidentemente, erano legittimi i finanziamenti al Comitato Toti". Spiega perché ha deciso di patteggiare anche se dall’arresto si proclama innocente: "Sul piatto la Procura ha messo qualcosa di irrifiutabile a fronte della prospettiva di decenni di udienze per un giudizio immediato, un secondo e forse un terzo filone di indagine che avrebbero occupato un ventennio di vita personale e del Tribunale. La seconda ragione è perché i pm hanno sostanzialmente confermato che non c’era un atto illegittimo tra quelli che, secondo loro, sarebbero stati da me influenzati così come, evidentemente, erano legittimi i finanziamenti al Comitato Toti. Io mi ritengo innocente perché ho agito per l’interesse pubblico".

E sempre secondo Toti, i magistrati "hanno interpretato male ciò che avevano". "Si può sbagliare – dice nell’intervista – ma se la vita politica di una Regione e la vita di tante persone possono essere devastate da qualcosa che poi produce un accordo su 1.500 ore di lavoro socialmente utile io penso che sia il legislatore a dover intervenire. È il Parlamento che, in un clima di estremo populismo, ha prodotto le leggi che hanno causato tutto questo. Se la politica non avrà il coraggio di cambiare alcune situazioni resterà sempre succube di se stessa, non delle Procure".

Questo patteggiamento l’ex governatore lo vede come una vittoria: "Sono passato da essere Al Capone ad aver parcheggiato la macchina in divieto di sosta. La montagna delle accuse ha partorito un topolino". Giovanni Toti commenta anche la reazione della politica all’inchiesta che lo ha visto protagonista: "Non ho visto un lungo corteo accompagnarmi verso il Golgota. In tutta franchezza, girandosi con la croce sulle spalle, tranne qualche eccezione, dietro c'era un imbarazzante vuoto".

La pena che Toti patteggia con la procura verrà sostituita con lavori socialmente utili per 1.500 ore. Nell'accordo prevista anche l'interdizione temporanea dai pubblici uffici e l'incapacità di contrattare con le pubbliche amministrazioni per la durata della pena e la confisca di 84.100 euro. I reati patteggiati sono corruzione impropria e finanziamento illecito.

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