“Tornate a fare le casalinghe”: a Torino il consigliere Silvio Viale attacca le colleghe
"Se l'antipatia personale supera la questione politica avete sbagliato lavoro. Tornate nei vostri quartieri a fare le casalinghe". Queste parole, rivolta alle consigliere comunali che lo stavano attaccando, ha attirato ancora una volta le polemiche su Silvio Viale, esponente dei Radicali a Torino e ginecologo, indagato per molestie sessuali. L'attacco è arrivato ieri, alla fine di un intervento in cui Viale aveva accusato una collega di aver "scopiazzato" un suo documento sui migranti.
"Vi ho letto esattamente il documento del gruppo donne migranti della consulta femminile. Che è quello che io ho messo nero su bianco a luglio, e che invece ha scopiazzato la collega Apollonio a ottobre, molto più avanti", aveva affermato. Subito erano partite le contestazioni, e con il ginecologo che si era difeso: "Scopiazzato perché l'ha detto molto più avanti, è identico. Scusate, se uno fa una cosa dopo…".
La vicepresidente del consiglio comunale, Ludovica Cioria del Pd, era intervenuta per provare a calmare le acque: "Ci dovremmo dare un metodo", aveva detto, ma l'invettiva tra le consigliere interessate e Viale era continuata.
Il ginecologo aveva risposto alle colleghe, che evidentemente avevano minacciato di togliere il sostegno alla sua proposta: "E non me la votare più, chi se ne frega. Se per te l'antipatia personale prevale sull'aspetto politico…". Poi è arrivato l'intervento più criticato: "Votate contro, chi se ne frega, se l'antipatia personale supera la questione politica avete sbagliato lavoro. Tornate nei vostri quartieri a fare le casalinghe, fate cosa volete".
A questo punto, nella sala consiliare sono esplose le polemiche. Viale ha subito provato a mettere una pezza: "Mia moglie è orgogliosamente casalinga, per me fare la casalinga non è titolo di demerito, tanto per cominciare".
Cioria gli ha tolto la parola: "Io non accetto che vengano utilizzate in aula durante una discussione determinate diciture e appellativi rivolte a colleghe e colleghi, come se chi sta qui non avesse il titolo di stare qui e intervenire. È inaccettabile". Viale ha provato a protestare: "È inaccettabile la sua censura". Ma la seduta è stata sospesa.
Nelle ore successive, il consigliere dei Radicali è stato interpellato da diversi giornali ma non si è mai scusato: "Per me casalinga non è un insulto, il mio era un modo per dire che per fare politica si deve mettere da parte l’antipatia personale per qualcuno e ci si deve concentrare nel merito delle questioni. Se non si fa questo si è sbagliato mestiere", ha detto a Repubblica. E ancora: . “Ho sbottato, ma potevo dire che dovevano fare qualsiasi altro mestiere. Per me la casalinga è un lavoro come un altro. Anche mia moglie lo è". Alla Stampa ha aggiunto: "Al massimo devo chiedere scusa alle casalinghe".
Critiche tutte le consigliere della maggioranza torinese. Elena Apollonio, capogruppo di Demos, che da Viale era stata accusata di aver "scopiazzato" il suo atto, ha detto: "È un’uscita inaccettabile che come consigliere e consiglieri della Città rifiutiamo, condanniamo e per cui pretendiamo delle scuse pubbliche".