Tornano le pubblicità di scommesse e gioco d’azzardo nel calcio, la destra approva la risoluzione

Dopo settimane di polemiche, è arrivato il via libera alla risoluzione con cui la maggioranza chiede al governo Meloni una serie di interventi nella riforma del calcio: uno di questi, il più controverso, prevede il ritorno delle sponsorizzazioni per aziende di scommesse e gioco d'azzardo nel calcio.
La commissione Cultura e sport del Senato ha approvato la risoluzione proposta da Fratelli d'Italia. Una risoluzione non ha forza di legge, quindi concretamente nell'immediato non cambierà nulla. Ma si tratta di un cosiddetto ‘atto di indirizzo‘. Ovvero, con questo documento il Parlamento ha chiesto ufficialmente al governo Meloni di intervenire in modo specifico sul calcio. Prima l'esecutivo dovrà inviare alle commissioni parlamentari una relazione sul tema, poi si potrà procedere alle riforme.
Dal punto di vista simbolico e tecnico, comunque, il passo avvenuto oggi è decisivo. Il relatore del documento era il senatore di Fratelli d'Italia Paolo Marcheschi, che avrebbe voluto concludere l'iter già alcuni mesi fa. Ma, anche a causa delle proteste delle opposizioni, i lavori si sono allungati.
Il divieto sulle pubblicità del gioco d'azzardo era scattato nel 2018, con il cosiddetto decreto Dignità. Secondo il centrodestra, questo divieto ha portato a un aumento del gioco d'azzardo soprattutto online anche nelle fasce di popolazione più giovani, e anche del gioco illegale.
L'intervento, si legge nella risoluzione, ha "ampiamente disatteso le aspettative del legislatore non risultando affatto efficace al contenimento dei fenomeni di ludopatia". E dall'altra parte c'è stata "una riduzione delle entrate per le società sportive", che ha "penalizzato il sistema calcio italiano rispetto al contesto europeo". Il danno economico, secondo i diretti interessati, sarebbe stato di circa 100 milioni di euro all'anno.
Contrarie le opposizioni, come detto. Il Movimento 5 stelle nei giorni scorsi si era detto disposto a votare la risoluzione solo se il passaggio sulle scommesse fosse stato rimosso. Dopo il voto finale i senatori pentastellati hanno protestato in Aula, mostrando cartelli con la scritta "l'azzardo non è un gioco".
"Alla fine l'hanno votata", ha detto il senatore M5s Luca Pirondini. "Loro chiedono di modificare il decreto Dignità sostenendo che il decreto Dignità non abbia funzionato, cosa peraltro falsa". La maggioranza "così facendo dimostra di fregarsene che ci siano 85 miliardi all'anno che gli italiani perdono nel gioco d'azzardo. Anzi li vogliono invogliare a giocare e ad impoverirsi ancora di più e questo ci sembra grave".
Anche il Pd ha votato contro il provvedimento, che "di fatto aggira i divieti di pubblicità e di sponsorizzazioni delle scommesse nel calcio, mettendo sullo stesso piano il tema della ludopatia e quello delle riduzioni delle entrate per le società", hanno detto Cecilia D'Elia, capogruppo del Pd in commissione, e il senatore Francesco Verducci. "Il punto in esame poteva essere tolto da un documento che ci ha visto lavorare insieme, affrontando la complessità del tema calcio. Ma evidentemente la questione scommesse e introiti collegati premeva troppo, tanto da sacrificare il resto".