Test sierologici, parte l’indagine su 150mila italiani: ecco come funzionerà
È partita ieri l'indagine sierologica del ministero della Salute e dell'Istat, in collaborazione con la Croce Rossa, "per capire quante persone nel nostro Paese abbiano sviluppato gli anticorpi al nuovo coronavirus, anche in assenza di sintomi". I test saranno effettuati su un campione di 150mila abitanti provenienti da duemila diversi comuni italiani. Servirà per stimare le effettiva dimensioni dell'epidemia di Sars-Cov-2 nel nostro Paese, evidenziandone l'impatto sulla popolazione in based ad alcuni fattori come il sesso e l'età, ma anche la Regione di residenza e l'attività economica svolta: si tratta di elementi che aiuteranno anche a modellare le politiche anti-contagio che dovranno essere messe in campo anche nei prossimi mesi.
L'adesione all'indagine è gratuita e su base volontaria. I volontari della Croce Rossa italiana, circa 700 operatori, hanno iniziato ieri a telefonare ai candidati individuati nel campione di 150mila cittadini. La maggior parte di questi dovrà provenire dalla Regione Lombardia, il territorio più colpito dall'epidemia di coronavirus. La Croce Rossa dovrebbe contattare circa 30mila lombardi. A seguire ci saranno Veneto ed Emilia Romagna, per cui si prevede una partecipazione rispettivamente di 13mila e 12mila persone. In Campania, Lazio e Sicilia i candati saranno 11mila. In Piemonte invece, saranno contattati 10mila cittadini e il numero andrà progressivamente a scendere nelle Regioni con meno abitanti: in Valle d'Aosta, ad esempio, questi saranno 4mila.
"Le persone selezionate saranno contattate al telefono dai centri regionali della Croce Rossa Italiana per fissare, in uno dei laboratori selezionati, un appuntamento per il prelievo del sangue. Il prelievo potrà essere eseguito anche a domicilio se il soggetto è fragile o vulnerabile", spiega l'Istituto nazionale di statistica. Che precisa anche la procedura da seguire in caso di test positivo: "L’interessato verrà messo in temporaneo isolamento domiciliare e contattato dal proprio Servizio sanitario regionale o Asl per fare un tampone naso-faringeo che verifichi l’eventuale stato di contagiosità".