Tessere false nel Pdl, Alfano pronto allo stop dei congressi
La soddisfazione del segretario nazionale del Pdl, Angelino Alfano, per i risultati raggiunti nel lavoro di coesione del partito, rischia di dissolversi presto sotto il pesante scandalo delle tessere false che sta coinvolgendo fette sempre più ampie del Pdl da nord a sud con l'intervento della magistratura. I vertici del Popolo della libertà sono consci del pericolo infiltrazione da parte di elementi estranei al partito e Alfano si è detto pronto a sospendere tutti quei congressi dove non siano stati chiariti tutte le situazioni di dubbio.
Nel Pdl è già in vigore una norma anti furbetti – L'ex Ministro della giustizia conferma in un colloquio con i giornalisti, al termine di un appuntamento pubblico, le tensioni che stanno investendo il Pdl sul caso delle false tessere e annuncia verifiche serrate su alcuni episodi e, se saranno accertati casi di irregolarità, anche lo stop ai congressi locali. Sicuramente una decisione che non sarà presa a cuore leggero visto che proprio il segretario aveva voluto fortemente il lancio dei congressi per le nomine dei rappresentanti locali. Alfano tiene, però, a ricordare l'enorme successo raggiunto con i tesseramenti, che gli scandali di questi giorni non potranno mettere in discussione. Del resto il segretario ha assicurato che il Pdl aveva già preparato una norma anti furbetti per cui "chi non ha sottoscritto personalmente l'adesione non può partecipare ai congressi e votare", rendendo inutile il tentativo di truffa.
I vertici del partito si compattano intorno al segretario – A vigilare sull'operato degli iscritti e sulle compravendite di tessere e voti dovranno essere i responsabili locali del partito che dovranno assicurare l'ok per il lancio dei congressi. Soddisfazione per la presa di posizione del segretario è arrivata da tutti i vertici del partito, da Ignazio La Russa a Denis Verdini, che ricordano come "lo sbarramento anti-irregolarità" creato a monte impedirà qualsiasi furbata nei congressi. Gli allarmi per alcune possibili infiltrazioni anche criminali, prima dell'arrivo della magistratura, erano stati lanciati anche da esponenti dello stesso Pdl come Franco Frattini che, seppur ricordando di non essere in presenza "di tumore con metastasi", avvertiva che su alcuni episodi legati al tesseramento occorreva intervenire in breve tempo. Partito compatto insomma nel difendere l'onesta del gruppo con la volontà di cercare e punire chi ha creato "scompiglio nel partito per precisi interessi di bottega".