Terzo settore, Ricciardi (M5s): “Governo trova soldi per armi ma non per assumere assistenti sociali”
La settimana prossima la Camera voterà un disegno di legge che interviene sul Terzo settore, ovvero il mondo delle associazioni no profit. Nella proposta ci sono misure che vanno dalla creazione di una giornata nazionale per l'ascolto dei minori fino al via libera per l'assunzione di più assistenti sociali. Marianna Ricciardi, deputata del Movimento 5 stelle che ha seguito il provvedimento in commissione Affari sociali, ha spiegato a Fanpage.it che il ddl è diventato una "piccola ‘riforma' del Codice del Terzo settore" con il lavoro svolto nelle ultime settimane. Ci sono degli aspetti che "meritano apprezzamento", ma c'è anche un problema di fondo: mancano i soldi per finanziare le riforme previste. Così, una legge che potrebbe essere utile diventa una norma di facciata.
Quali sono gli aspetti positivi?
Abbiamo molto apprezzato l'articolo 2, che istituisce un tavolo di lavoro sul fenomeno dei minori fuori famiglia e dei minori affidati in carico ai servizi sociali territoriali. In commissione è stato inserito anche un emendamento che prevede l'istituzione di una giornata nazionale dell'ascolto dei minori, prevista il 9 aprile di ogni anno. Ovviamente quando si parla di informazione e sensibilizzazione su temi così importanti non si può non essere favorevoli. Un problema però c'è, ed è comune a tutto il ddl.
Ovvero?
Per questa giornata non sono state previste risorse. È una giornata in cui si vuole sensibilizzare ma senza alcun finanziamento per le iniziative che verranno svolte. Niente più di una giornata simbolica.
Perché dice che è un problema che si ritrova in tutto il ddl?
Penso al tema degli assistenti sociali, uno degli aspetti principali della proposta. La cosa positiva è che si estende la deroga ai vincoli per le assunzioni di assistenti sociali, che non vale più solo per i singoli Comuni ma anche per le forme associative comunali.
Detto in parole povere?
Attualmente i Comuni possono assumere assistenti sociali senza tenere conto dei normali limiti alle assunzioni, fissati per legge, che servono a contenere la spesa pubblica per il personale. Questo ddl fa sì che anche le associazioni tra Comuni che assumono assistenti sociali possano fare la stessa cosa. Serve a sviluppare e potenziare i servizi sociali, quindi non possiamo che essere d'accordo. Però anche qui mancano le risorse. Se si deroga ai vincoli per l'assunzione di personale, ma poi questi enti non hanno fondi per assumere, è chiaro che gli assistenti sociali continueranno a mancare.
Come bisognerebbe intervenire?
Noi abbiamo presentato un emendamento proponendo che, se i singoli Comuni non riescono a portare a termine le assunzioni necessarie, a quel punto intervenga il ministero del Lavoro e delle Politiche sociali per le assunzioni mancanti. Ma è stato bocciato.
In Italia ci sono circa 46mila assistenti sociali. Pochi mesi fa l'Ufficio parlamentare di bilancio ha certificato che ne ‘mancano' circa 3mila. Cosa si intende?
Già nella scorsa legislatura, con la legge di bilancio per il 2021, abbiamo introdotto un livello essenziale delle prestazioni di assistenza sociale. Questo prevede che ci sia un operatore ogni 5mila abitanti, con l'obiettivo di arrivare a uno ogni 4mila abitanti. Ma questo livello non è raggiunto in tutte le Regioni italiane, e soprattutto quelle del Sud hanno una forte carenza di personale.
E questo ddl secondo voi non è sufficiente per risolvere la situazione.
Il discorso è questo: noi avremmo dato parere favorevole, chiaramente, se ci fosse stato un investimento maggiore di risorse. Invece, se il testo rimane questo, in Aula ci asterremo. La nostra critica è che si trovano risorse per finanziare il Ponte sullo stretto, si trovano risorse per investire in armi, e non si trovano risorse per assumere gli assistenti sociali. Quando conosciamo benissimo il rischio di dispersione scolastica, le famiglie che hanno necessità di assistenza sociale… tutti aspetti su cui i Comuni hanno lanciato un allarme. Questa è un'urgenza che non deve incontrare barriere ideologiche, ma se non ci sono risorse è un problema
Avete criticato anche il fatto che, con questo disegno di legge, le associazioni fra militari in congedo o pensionati (se svolgono delle attività di interesse generale) possono essere considerate parte del Terzo settore. Perché?
Si ritorna al discorso dei fondi. Da una parte abbiamo un problema di risorse, per cui ci dicono che non si possono aumentare i fondi per assumere gli assistenti sociali. Dall'altra però si trovano le risorse per includere queste associazioni militari, che comunque avrebbero già un sostegno da parte delle Forze armate a cui fanno riferimento. Insomma, avrebbero modo di recuperare dei fondi altrove. È un controsenso.