Terzo polo, crolla il tentativo di pace tra Renzi e Calenda: “Così il partito unico non nasce”
Il 10 giugno il congresso condiviso, poi una serie di passaggi intermedi per arrivare all'assemblea costituente il 28-29 ottobre e allo scioglimento di Azione e Italia viva nel 2024. Queste erano le basi della discussione, ma dopo gli scambi infuocati di ieri – che hanno sollevato forti tensioni tra gli esponenti del partito di Carlo Calenda e quelli che fanno riferimento a Matteo Renzi – questa sera non è arrivata la quadra. I vertici politici della coalizione si sono riuniti per discutere il documento che stabilisce le regole del percorso di unificazione, ma dopo diverse ore si sono aggiornati a domani.
Lo sfogo di Calenda: "È finita la pazienza, Renzi: basta furbizie e vieni alla riunione"
Carlo Calenda è uscito dall'incontro furioso: "Un nulla di fatto. Abbiamo dovuto interrompere la riunione, rimandando a domani perché forse Renzi ci farà sapere, ma è finita la pazienza". Italia viva "ha ribadito che continuerà a fare attività politica nel 2024, cosa che per noi è inaccettabile, non si può pensare che Renzi continui a fare politica con Iv mentre nasce un altro partito", ha dichiarato ai cronisti presenti. "È una questione di logica. Il Pd non è nato mentre la Margherita continuava a fare politica parallelamente al Pd con un altro segretario che non sedeva negli organi. E oggi Renzi non si è fatto vedere. Domani venga alla riunione e dica come la pensa".
Domani, ha detto Calenda, "ci sarà una nuova riunione, ma se continua così il partito unico non nasce". È da mesi che "io pongo la questione del partito unico, Italia viva dice che siamo d'accordo ma non dice come farlo". Se si vuole "chiudere questa operazione, e siamo veramente ai tempi supplementari, smettetela di fare giochini, smettetela di fare attacchi personali. Fate pace con il cervello, volete fare un partito unico o volete tenere in vita tre partiti? Se volete tenere in vita tre partiti amici come prima, e ognuno avanti per la sua strada".
Proprio Matteo Renzi, parlando oggi a Fanpage.it, aveva predicato la calma: "Il progetto del Terzo polo è talmente importante che non vale la pena di litigare", aveva detto, aggiungendo: "Ho fatto un passo di lato e adesso do una mano dall'esterno", per quanto a dicembre 2022 Renzi si sia ripreso il ruolo di presidente di Italia viva.
Calenda ha replicato: "Suggerisco a Renzi che dire ‘io sono zen' e fare uscire quaranta parlamentari dicendo che sono poco meno del mostro di Firenze è una furbizia che non funziona. Invece di dire di essere zen o Buddha reincarnato, si faccia una passeggiata e venga alla riunione". L'ex ministro ha aggiunto che nel direttivo del nuovo partito non ci dovrebbe essere "chi ha conflitti di interesse", una questione che per Azione è "dirimente". Un riferimento non troppo velato al ruolo di direttore del Riformista che Renzi ha assunto da poco. "A Renzi ripeto: se lo vuoi fare chiudi Italia viva e fai politica negli organi del Terzo polo, se esistono le condizioni di mancanza di conflitto di interessi per farla. Renzi si prenderà la responsabilità di fronte agli elettori di aver detto una cosa e averne fatta un altra".
A Calenda ha risposto, pochi minuti dopo, una nota di Italia viva: "La riunione si è conclusa con l’accordo su tutti i punti e con l’aggiornamento a domani alle 17 sulle ultime due questioni", ha detto il partito. I temi aperti sarebbero i soldi – con Iv disponibile a pagare metà delle spese – e la "richiesta di Calenda di non fare mai più la Leopolda". Su tutti gli altri punti ci sarebbe "accordo pieno", e lo scioglimento di Italia viva e Azione "sarà contestuale all’elezione del nuovo segretario nazionale". Il partito di Renzi ha commentato: "Calenda ha chiesto a tutti i membri del comitato politico uscendo di fare dichiarazioni distensive e poi ha fatto il contrario, come sempre".
Lo stesso concetto ribadito in un commento da Teresa Bellanova: "Caro Carlo, a me non pare che la riunione sia andata così come scrivi qui. Abbiamo accettato tutte le tue richieste e la riunione l’abbiamo aggiornata a domani per affrontare i tre temi che sono rimasti sospesi: i congressi territoriali prima del congresso nazionale, il finanziamento del nuovo partito e la tua richiesta – assolutamente inaccettabile – di non fare più la Leopolda. Sono costretta a constatare che il primo a non tenere conto del tuo condivisibile appello a tenere i toni bassi dopo questa prima riunione, sei stato proprio tu".
Cosa dice il documento discusso da Azione e Italia viva: tutte le tappe verso l'unificazione
Secondo quanto è stato reso noto, la tabella di marcia che è stata discussa oggi conteneva alcune condizioni generali. Innanzitutto, ad aprile e maggio due comitati dovrebbero discutere le regole e il manifesto del nuovo partito, coinvolgendo anche altri soggetti riformisti "che non si riconoscono nei poli di destra e sinistra".
Entro il 31 maggio, così, il Comitato politico della federazione di Azione e Iv approverebbe il regolamento e il manifesto dei valori. Entro il 15 giugno si terrebbero le assemblee dei due partiti: la data fissata dovrebbe essere per entrambi quella di sabato 10 giugno. In quell'occasione, verrebbe approvato ufficialmente il lavoro fatto fino a quel momento.
Nella stessa assemblea, i due partiti dovrebbero stabilire definitivamente lo scioglimento, entro – punto cruciale – la fine del 2024. Una data troppo lontana, per Calenda. Lo scioglimento è una questione simbolica, ma anche politica ed economica: il 70% dei soldi ricevuti con il 2 per mille nel 2023 (a partire dalla seconda rata) dovrebbero andare al partito unico, secondo l'accordo. Per finanziare il congresso e le attività di promozione, sia Italia viva che Azione dovrebbero versare 200mila euro a testa nelle casse della nuova formazione.
A metà giugno si aprirebbero le iscrizioni al partito. Nei mesi successivi a guidarlo sarebbe lo stesso comitato di prima – ora chiamato Comitato fondatore – fino all'assemblea costituente. Nel frattempo, i gruppi parlamentari di Azione e Italia viva cambierebbero nome utilizzando quello nuovo.
Entro il 20 ottobre 2023, gli iscritti al partito voterebbero alle primarie per l'elezione del segretario o segretaria. I candidati e le candidate dovrebbero seguire un codice etico come quello previsto per il Parlamento europeo. L'assemblea costituente, il momento finale di questo processo, sarebbe il 28 e 29 ottobre 2023.
Chi sarà a guidare il nuovo partito nato dall'unione del Terzo polo
Insieme a tutti i veleni interni, resta anche la questione del segretario o segretaria. Come detto, il voto degli iscritti dovrebbe svolgersi ad ottobre. La questione è se l'attuale leader di fatto del Terzo polo, Carlo Calenda, avrà degli avversari.
Raffaella Paita, capogruppo al Senato ed esponente di Italia viva, arrivando all'incontro di questa sera ha detto: "Io penso che il leader sarà Carlo Calenda. Dopodiché un congresso può avere altri candidati e non penso sarà un problema per lui". Per Renzi, Paita ha escluso un ruolo diretto: "Matteo ha fatto un passo indietro che ha consentito il consolidamento della leadership di Calenda", ha sottolineato.
Maria Elena Boschi, dirigente di Italia viva molto vicina a Matteo Renzi, ha dichiarato: "Dentro Italia viva non abbiamo fatto un dibattito su una candidatura alternativa a Calenda. Non lo escludo, sento gli umori, possono esserci persone che hanno in progetto di candidarsi. Ma come si fa a fare un congresso finto in cui nessuno si può candidare in alternativa a Calenda? Abbiamo lottato per anni nel Pd perché non fosse quello il modello, figuriamoci se lo vogliamo replicare in un partito nuovo".
Una posizione ancora più decisa quella di Teresa Bellanova, esponente di Iv ed ex ministra: "Non faremo investiture. Si deve partire dai delegati e poi ci sarà il congresso". Bellanova si è anche detta scettica sul progetto di fondere i due partiti prima del 2024: "Per me sarebbe stato utile andare alle europee come federazione", ha commentato.
Matteo Renzi: "Litigio assurdo e inspiegabile in casa Terzo polo"
"Il virus della polemica ha colpito anche casa nostra in queste ore". Ha scritto così Matteo Renzi nella sua newsletter pubblicata oggi. "Abbiamo vissuto un litigio tanto assurdo quanto inspiegabile", ha sottolineato. Litigio che peraltro non si è concluso neanche nelle ore precedenti all'incontro di vertice. Lo stesso Carlo Calenda ha parlato di "dichiarazioni più o meno insultanti".
"Continuo a non rispondere alle polemiche e alle provocazioni e proseguo nella mia fase zen", ha chiosato Renzi. Il 10 giugno si terrà l'assemblea nazionale di Italia viva, "per approvare la costituzione del percorso verso il partito unitario. Fino a quel momento si lavora sotto traccia per costruire una alternativa credibile al sovranismo e al populismo. Non faccio polemiche, non rispondo alle polemiche, non capisco le altrui polemiche. Però faccio politica e mi piace continuare a farla con il sorriso sulle labbra", ha concluso l'ex presidente del Consiglio.