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Terzo mandato, vertice Cdx per sciogliere il nodo, Lega e Fdi ancora divisi. E il Pd di Schlein prende tempo

Oggi il vertice di maggioranza per affrontare la questione del terzo mandato, che divide ancora Fratelli d’Italia e Lega. Intanto la segretaria del Pd prende tempo e avvia un gruppo di lavoro nel suo partito, per evitare spaccature interne sul tema.
A cura di Annalisa Cangemi
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Mentre la segretaria del Pd Elly Schlein prende tempo e avvia il gruppo di lavoro sul terzo mandato, evitando così di restituire l'immagine di un partito spaccato, dopo il documento circolato nei giorni scorsi e sottoscritto da una trentina di amministratori locali, che chiedevano di eliminare il tetto ai due mandati per governatori e sindaci di Comuni sopra i 15mila abitanti, il centrodestra è ancora diviso sulla questione, e non riesce a trovare la quadra. Oggi il centrodestra dovrebbe riunirsi in Senato proprio per cercare di sciogliere il nodo, e discutere degli emendamenti presentati al decreto Elezioni.

La data da segnare sul calendario è giovedì 22 febbraio. Quel giorno in commissione Affari costituzionali al Senato si voterà l'emendamento della Lega al decreto Elezioni, in cui si chiede di togliere i limiti alla candidabilità per chi guida le amministrazioni locali e le Regioni. O meglio, si dovrebbe votare, perché nei corridoi del Transatlantico gira l'ipotesi di un possibile ritiro dell'emendamento, con conseguente slittamento della discussione, che a quel punto potrebbe essere affrontata anche dopo le elezioni europee.

Un'indizio in questo senso arriva anche dal governatore leghista Fedriga: "Penso che si possa parlare con molta più tranquillità dopo le elezioni europee", ha detto il governatore del Friuli Venezia Giulia e presidente della Conferenza delle Regioni, rispondendo a una domanda specifica a margine di una conferenza stampa e dicendosi "ottimista" perché "una scelta che faccia esprimere i cittadini è sempre una scelta che guarda a un processo democratico più forte e non più debole".

La strategia del Pd è dunque quella di aspettare, perché se la maggioranza non dovesse trovare un accordo sull'emendamento del Carroccio, e questo fosse costretto a ritirarlo, il partito guidato da Matteo Salvini ha già minacciato Fdi di fare muro sul premierato. E di conseguenza il partito di Meloni si metterebbe di traverso sull'Autonomia differenziata.

"Segnalo che noi ora siamo nelle condizioni di poter determinare un effetto domino nel centrodestra proprio su autonomia e premierato se la norma sul terzo mandato non passasse", ha detto il responsabile Sud del Pd, Marco Sarracino ieri in direzione Pd.

Il gruppo di lavoro sul terzo mandato è composto dai capigruppo dem Francesco Boccia e Chiara Braga, insieme agli esponenti della segreteria Pd, Davide Baruffi e Igor Taruffi, e ad alcuni sindaci come Dario Nardella (il primo ad aver posto il tema del terzo mandato nel Pd), Matteo Ricci e Antonio Decaro. Una soluzione apprezzata anche da Stefano Bonaccini, in prima fila per chiedere un passo avanti sul terzo mandato: "Oltre al sostegno alla relazione della segretaria, sul tema terzo mandato ho apprezzato la sua proposta di mettere assieme capigruppo, rappresentanti dei gruppi parlamentari e dei sindaci per trovare una sintesi in previsione del voto in commissione a breve", ha spiegato Bonaccini. "Si sa come la penso, se si estende il terzo mandato fino ai Comuni con quindicimila abitanti (oltre il 90% dei comuni italiani) non si capisce perché si debba evitarlo per gli altri Comuni e per i Presidenti di Regione". ha aggiunto.

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